Gli svizzeri Forest Of Fog sono una creatura incarnata totalmente nel mastermind Ivo “I.H.” Henzi, il quale si occupa di ogni strumento e delle vocals, occasionalmente coadiuvato da session members, ma solo in sede live. Questo “Nebelhymnen” rappresenta il secondo full lenght nella storia della band, e a dire la verità non si discosta poi molto da quanto scritto in passato, trattandosi di un album black metal dai marcati risvolti pagani, anche se, in questo capitolo troviamo una produzione molto più accurata e professionale rispetto ai lavori precedenti. Tutto questo non fa che accrescere le potenzialità del compositore svizzero, visto che ogni brano è rappresentato da trame di riff a volte anche abbastanza intricate, ma che non vanno mai ad intaccare quel tocco di antico e arcaico che l’intera atmosfera tende costantemente a preservare durante la durata del disco. Si parte alla grande con “Feuersturm”, un brano che già di per sé racchiude tutti gli elementi tipici del sound dei nostri, mischiando parti tipicamente folk, grazie all’uso di chitarre acustiche, alle veloci ritmiche di un black metal classico e tagliente, risultando così insieme alla lunghissima e nostalgica “In vergessen ruinen” il brano più riuscito del lotto. Quest’ultima song può contare su un’atmosfera davvero senza eguali, che ricorda, anche se molto vagamente, i primissimi lavori dei maestri norvegesi Enslaved (veri padri fondatori di queste sonorità). Peccato che a queste gemme vengano affiancati brani tutto sommato nella norma, che alternano momenti più che positivi ad altri leggermente stantii e privi del giusto mordente, e tutto questo lascia un certo amaro in bocca, perché le potenzialità ci sono eccome. Discorso a parte merita “Chaos”, un brano che, specialmente nella parte iniziale, si distacca dalla proposta dei Forest Of Fog, risultando la canzone più oscura e pesante dell’intera opera, esaltando anche una capacità interpretativa e compositiva tutt’altro che modesta. In definitiva se questo “Nebelhymnen” fosse stato un demo composto esclusivamente dalle songs sopra menzionate, avremmo potuto parlare di piccolo capolavoro, peccato per quegli episodi leggermente meno ispirati, anche se comunque gradevoli e sopra la media.
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