Nati nel 1996 a Barcellona, gli spagnoli Foscor sono un quartetto dedito ad un black metal piuttosto classico che poggia le proprie basi su sonorità pagane, con un occhio puntato anche verso la scena teutonica, in particolare ai Moonblood, e giungono al debutto soltanto nel 2004 con questo “Entrance to the shadows village”, dopo la pubblicazione di vari demo. Ciò che colpisce al primo ascolto è sicuramente il sound complessivo, che risulta essere decisamente freddo e maligno, ma sempre nitido e mai confusionario, donando dunque giustizia alle varie composizioni sempre intente a ricreare una sorta di atmosfera arcana. Gli 8 capitoli che compongono l’album in questione corrono lungo lo stesso filo conduttore, ma se da un lato tutto ciò esalta il fattore coerenza, dall’altro si riscontra una eccessiva staticità, che alla lunga risulta essere fastidiosa. C’è anche da dire che i nostri donano il meglio di sé nei momenti più cadenzati e melodici, che risultano essere di grande presa anche dopo soltanto un paio di ascolti, infatti proprio per questo l’episodio più riuscito è sicuramente la particolarissima “The sorrow of delight”, che dopo un inizio atmosferico, si trasforma in un brano circolare e dal forte sapore epico che riesce ad emozionare durante tutto il suo ascolto, grazie anche ad un azzeccato utilizzo delle tastiere. Purtroppo per il resto dell’album si hanno sensazioni alterne, dato che i brani non sembrano convincere a pieno in tutta la loro durata. Un pezzo che non ho apprezzato è la title-track posta in conclusione, eccessivamente noiosa e ripetitiva, mentre le vocals non mi hanno entusiasmato più di tanto, delineando un’interpretazione non certo superba e una certa monotonia nella proposta. Insomma questo “Entrance to the shadows village” è un costante alternarsi di luci e ombre, l’ennesimo episodio riuscito soltanto in parte, capace in alcuni momenti di farvi improvvisamente sobbalzare dalla sedia gridando al miracolo, mentre in altri di farvi sbadigliare e distrarre. In sostanza questo debutto dei Foscor è sicuramente meritevole di uno o più ascolti ma allo stesso tempo non sarà mai una pietra miliare.
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