Seconda prova sulla lunga distanza per questa band australiana, nelle cui fila militano membri di alcune tra le migliori realtà underground di quel paese, ovvero Baal Galdrial e Drowning The Light. “Cursed” è il classico esempio di come si possa suonare ancora oggi true black metal in modo convincente ed efficace senza dover necessariamente ricorrere a chissà quale contaminazione per risultare originali a tutti i costi. La prima nota di merito è per la produzione, dannatamente soffocata, plumbea e sulfurea, in grado di conferire il giusto risalto ai suoni del basso, strumento troppo spesso ingiustamente trascurato, che invece in questa occasione dona grande spessore e corposità ai brani, rendendoli ancora più cupi e sofferti. I nostri riescono con disarmante semplicità a dar vita a pezzi violenti ed atmosferici allo stesso tempo, costruiti su una manciata di riff acidi e spietati, impastati e diabolici. Il songwriting è decisamente maturo, in bilico tra influenze norvegesi, Darkthrone e Gorgoroth su tutti, ed un certo gusto per la melodia di matrice swedish, che prende il sopravvento soprattutto nei passaggi più furiosi e selvaggi, sui quali pare aleggiare lo spettro dei primi Dark Funeral. Il tutto condito da un feeling marcio e ossessivo, che richiama da vicino gli esordi dei connazionali Abyssic Hate, quelli più raw oriented. Le songs si attestano tutte su livelli qualitativi più che accettabili, ma la palma di pezzo migliore del lotto va senz’altro a “Blood For The Master”, caratterizzata da un giro melodico molto orecchiabile, che riassume perfettamente la proposta della band. Ottimo anche l’artwork, davvero evocativo e demoniaco. Per gli amanti del black metal puro ed incontaminato questo “Cursed” non potrà che risultare un album piacevole ed i Pestilential Shadows un gruppo valido da tenere d’occhio per il prossimo futuro.
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