Lavoro d’esordio di buona qualità per questa band proveniente da Reggio Emilia, limitato a 50 copie numerate a mano, che si presenta in una veste assolutamente professionale. La prima nota di merito riguarda la produzione, potente e cristallina, che conferisce ai pezzi una patina quasi “industriale”, praticamente perfetta per il genere proposto. I nostri si cimentano in un black metal quadrato e marziale, caratterizzato da un riffing scarno ed essenziale, che riesce ad essere nel contempo violentissimo ed a creare un’atmosfera morbosa ed angosciante. I richiami stilistici sono piuttosto variegati, anche se le radici del sound di questo duo nostrano si possono riconoscere in gruppi quali Mutiilation o Inquisition, con qualche riferimento, specie nelle liriche e nel concept demoniaco, alle più recenti correnti del religious black metal. Il songwriting degli Atrum riesce tuttavia a non essere eccessivamente derivativo e mi è sembrato una sorta di interessante via di mezzo tra l’epicità glaciale degli ultimi Immortal e la fiera bellicosità dei Disiplin ed in generale dei gruppi di casa Moonfog, Thorns su tutti. Le songs sono divise da intermezzi ambient/noise ritualistici in stile Sephiroth che contribuiscono in modo decisivo a donare a quest’opera un feeling demoniaco e opprimente, reso ancora più soffocante e ossessivo da una drum machine programmata su tempi quasi sempre dannatamente veloci. “Daath” è un demo di grande interesse per un combo che dimostra già una certa maturità e piena consapevolezza dei propri mezzi compositivi, capace di coniugare in un equilibrio suggestivo il raw black metal con tentazioni moderniste. Da tenere d’occhio per il prossimo futuro.
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