Provenienti dalle fredda Russia i Velimor sono un’interessante realtà del folto filone pagan che da anni regna in quelle terre (basti pensare a gruppi come Raven Dark, Branikald, Temnozor) e che debuttano sul mercato discografico con questo “Ancestry”. Il disco si apre con la buona, seppure prolissa, “The Grief Of Sorrows”, una tipica introduzione dal sapore ancestrale, con tanto di chitarra acustica, flauti e rumori di battaglie, per poi sfociare nella seconda traccia, che già di per se riassume il resto dell’album, ovvero riff che richiamano soprattutto melodie vicine al viking di Falkenbach e Moonsorrow, ma anche quelle del metal più classico, nonché sporadici interventi di flauto che donano al tutto anche una certa atmosfera folk. Una produzione decisamente pulita e cristallina mette in risalto ogni strumento e ogni sfumatura, ma ad emergere in particolar modo sono le linee vocali, assai bellicose e incentrate su tematiche legate prevalentemente al Nazionalsocialismo. Ad essere privilegiate sono anche le parti di chitarra, sempre ben definite e potenti. Proprio per questo motivo “Ancestry” potrebbe accontentare soprattutto i palati più “fini” e le orecchie meno allenate a sonorità estremamente grezze e caotiche. Anche il songwriting si dimostra maturo e ispirato, difatti l’ascolto scorre fluido e piacevole, senza eccezionali lampi di genio sia ben inteso, ma nemmeno senza subire irritanti scivoloni nei territori del già sentito o del banale. Una particolarità: in questo cd vi sono addirittura 4 brani acustici/strumentali, precisamente la già menzionata introduzione “The Grief Of Sorrows” e i tre pezzi posti in chiusura dell’album, e ciò potrebbe risultare interessante soprattutto per gli amanti di questo particolare tipo di sonorità, ma consiglierei un ascolto anche a coloro che generalmente preferiscono optare per soluzioni più violente e dirette, data la sincerità e la buona qualità della proposta.
