Interessante split made in Germany per queste giovani realtà black metal, entrambe dedite ad un sound piuttosto grezzo e improntato verso i lidi del depressive più gelido e disperato. Il cd si apre con la prestazione di Kargvint, il quale propone tre canzoni piuttosto lunghe che prediligono principalmente ritmi cadenzati e che possono essere paragonate a realtà quali Angantyr e Wigrid, ma con reminiscenze che si avvicinano agli statunitensi Vrolok e ai Nachtmystium più tetri. Senza brillare di particolare originalità la proposta si distingue positivamente grazie ad un uso intelligente delle melodie e di sporadici arpeggi, come nella deprimente e lunga “Des Trauer’s Hass”, probabilmente il brano più intimo ed emotivo presentato dall’artista tedesco in questo lavoro, che mi sento di promuovere sebbene non abbia certo partorito chissà quale capolavoro. I successivi Klage aprono le danze con un introduzione sinfonica e dal sapore vagamente pagano che stranamente non mi ha annoiato. Ma seppure questa possa lasciare intuire una svolta nella proposta degli stessi, già dalle prime note di “Vom Winter Durchdrungen” pare che il mastermind Algar voglia seguire pari pari le orme del suo compagno di split, percorrendo i territori più classici del depressive black metal, anche se in alcuni momenti mi è parso di scorgere un andamento più epico nei brani, grazie anche all’utilizzo di clean vocals (seppur quasi inudibili) che mi hanno molto ricordato i geniali Urfaust, come nella riuscitissima ed affascinante “Ihre Majestat (Aus Den Tranen Des Reichs In Ewiger Quell)”, una particolare suite dal sapore ancestrale e decisamente la punta di diamante dell’intero album. Proprio per questa trovata i Klage hanno maggiormente catturato la mia attenzione, ma credo che entrambi i progetti meritino di trovare un loro spazio e un loro modo di esprimersi. Di certo non sconvolgeranno la scena underground, ma come si dice in questi casi: ci sarà in giro di meglio, ma credetemi, c’è anche molto di peggio. Quindi perché dubitare?
