A distanza di ben 10 anni dalla sua nascita, la creatura Pagan, nata come duo e ormai incarnata nel solo Algkult, giunge al debutto discografico nel 2004 con questo “The Last Circle Of The Abyss…To The Coming”, continuando a esplorare i lati più oscuri del rapporto natura-uomo. Quello che ne scaturisce è un album tanto semplice quanto complesso all’ascolto, il cui suono potrebbe essere descritto come un black metal tipicamente burzumiano, anche se qui il tutto viene portato ancora più all’estremo, in quanto, nella mezz’ora abbondante di durata del lavoro, all’ascoltatore non viene concesso nessuno sfogo, nessuna via d’uscita, soltanto buio e desolazione. In ogni caso, nonostante ci troviamo di fronte ad una proposta comunque derivativa, le composizioni finiscono sempre per risultare piuttosto personali ed affascinanti e questo non certo grazie alle particolari doti tecniche del compositore , che qui certamente non emergono, bensì per merito di un feeling plumbeo e nebbioso che si protrae nota dopo nota nel suo incedere funereo e angosciante. Anche i singoli capitoli, seppur collegati dal medesimo filo conduttore, non finiscono mai per assomigliarsi troppo l’uno all’altro, e quindi riescono a rendere sempre vivo l’ascolto, senza che esso sprofondi inesorabilmente nella monotonia. Inoltre l’album non presenta particolari cadute di tono, se non in sporadici casi, anche se credo che gli episodi migliori siano la title track posta all’inizio e l’agghiacciante “Towards Devastated Spaces”, un brano davvero pregno di primordiale odio, nel quale possiamo ascoltare anche vocals con un effetto davvero straniante e molto ben riuscite. Va detto però che ,data la particolare natura di quest’opera, coloro che non sono molto avvezzi al black metal più claustrofobico e cupo certamente non apprezzeranno a pieno questa proposta, ma per tutti coloro che, come me, sono cresciuti a pane e Burzum, un album come questo si dimostra essere degno di attenti ascolti.
