Deadspace – The Promise Of Oblivion

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1987

Da Perth (Australia) debuttano sulla lunga distanza i Deadspace (da non confondere con i quasi omonimi e ben più noti Darkspace), band di recente formazione, che si inserisce nell’ormai sovraffollato filone depressive, che proprio dalla terra dei canguri ha visto provenire uno dei suoi più illustri capostipiti (Shane Rout, mente e motore del progetto Abyssic Hate). I nostri declinano il sottogenere prescelto secondo i dettami stilistici più consueti negli ultimi anni, mescolando a sonorità cupe e sinistre influenze post-rock (si ascolti ad esempio la claustrofobica “The Clouds Won’t Shade The Pain”) e sparuti squarci ambient. Accostabili (fatte le debite proporzioni) a gruppi come Silencer, Woods Of Infinity, Anti e Lifelover, i Deadspace non aggiungono molto ad un modo di musicare la follia umana che sembra essere stato definitivamente incasellato in canoni compositivi ed esecutivi che definire ortodossi sarebbe un eufemismo. Dalla loro hanno un cantato particolarmente inquietante (il sussurrare strozzato alternato ad urla torturate del singer Chris Gebauer è forse l’elemento di maggior spicco della release), alcune aperture melodiche piuttosto azzeccate e semplici arrangiamenti pianistici che aumentano il tasso di tristezza generale. La produzione è buona ed in linea con la musica proposta: i suoni sono fangosi, affossati e riverberati quanto basta. Insomma in questo “The Promise Of Oblivion” troverete la vostra dose omeopatica di vuoto, miseria ed agonia, forse leggermente preconfezionata ma ancora efficace se non siete completamente assuefatti. Per essere un debutto comunque il disco si salva.

REVIEW OVERVIEW
Voto
65 %
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deadspace-the-promise-of-oblivionTRACKLIST <br> 1. The Promise Of Oblivion; 2. With Tears Of Callous Lust; 3. I’ll Buy The Rope; 4. The Clouds Won’t Shade The Pain; 5. Oblivion; 6. Schadenfreude; 7. Pain’s Grey; 8. In The Coldness Of The Darkest Night <br> DURATA: 34 min. <br> ETICHETTA: Autoprodotto <br> ANNO: 2015