Gli Sturmkaiser provengono da Chieti e dopo un demo datato 2003 (dal quale è ripresa la bonus track “With Honour” con tanto di immancabile intro hitleriana), eccoli pronti a seminare morte e distruzione con questo buonissimo “Mors Tua, Vita Mea”, autoprodotto in duecento copie numerate a mano, ma in una veste assolutamente professionale. I Nostri definiscono la loro proposta Italian War Black Metal ed in effetti il sound del combo nostrano è piuttosto debitore a bands quali Ad Hominem, Endstille o i Marduk della pietra miliare “Panzer Division Marduk” od anche accostabile, per restare entro i patrii confini, ai vari Noctifer, Aivarim e, per certi versi, Fearbringer. Gli ingredienti del così detto war black metal (sottogenere forse più in voga qualche anno fa che non oggi) ci sono tutti: riffing al fulmicotone e spaccaossa, la voce al vetriolo del singer Svafnir, la drum machine programmata a velocità sovrumane dal suo degno compare Kirion, un immaginario old school fascism, testi che più politicamente scorretti non si può, esplosioni e bombardamenti a profusione (l’intro è l’inno di Mameli con un tappeto di detonazioni e mitragliamenti in sottofondo). Il tutto suonato con grande passione e convinzione, oltre ad una tecnica da non sottovalutare. Il gruppo é pure abile ad inserire qualche variazione sul tema che rende meno monolitico il disco e serve a tenere ben desta l’attenzione dell’ascoltatore: ad esempio i rigurgiti vagamente RAC della title track, le tentazioni trash oriented di “Defend Our Kingdom” e “Sturmkaiser”, l’epicità tutta marziale e guerresca di “Death Eternal”. Per il resto un’ondata di violenza in musica, una continua celebrazione della guerra e del conflitto come atto di supremazia spirituale e intellettuale, un’esaltazione forsennata della forza e dell’onore come unica via per vivere e morire con dignità, un totale disprezzo per la pace vista come la più bassa e degradante forma di debolezza umana. A mio modesto parere una band di tutto rispetto che centra l’obiettivo con un prodotto underground decisamente sopra la media. Il black metal italiano è vivo ed in salute: red as blood, white as skin, green as the hope to see your annihilation!!!
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