Order Of The Ebon Hand – XV: The Devil

0
1233

Sicuramente meritevole di attenzione questo “XV:The Devil”, seconda prova dei greci Order Of The Ebon Hand, band sconosciuta ai più, ma nata ormai da parecchi anni (1994), anche se con solo due album all’attivo. Questa è dunque l’ultima fatica in studio fino ad oggi del combo ellenico e si dimostra certamente un disco ambizioso e particolare, specie nella sua parte centrale; infatti, dopo un buon inizio, anche se non particolarmente innovativo, con due tracce veloci e nel contempo melodiche, sulla scia dei francesi Crystalium (specie nell’utilizzo delle tastiere), l’album inizia a sorprendere con la superba ed inquietante “Gateway To Silence”, canzone molto atipica, dall’incedere allucinato e morboso che, soprattutto nei minuti iniziali, rimanda alle atmosfere doom degli immensi Void Of Silence, e che, nel suo epilogo, vede addirittura un assolo di saxofono in stile “Black Mass” dei Death SS. La successiva “The Visitors” riesce con il suo riffing semplice ma dannatamente efficace, a ricreare un’aura cupa e maligna, dalle velate sfumature industriali/apocalittiche, ricordando, seppur in minima parte, perfino i Blacklodge (anche se assai meno grezzi ed elettronici). “Eibon” non è che un preludio strumentale (tra l’altro molto ben studiato) a “To Gremory”, brano che insieme alla già citata “Gateway To Silence”, si contende lo scettro di miglior canzone del lotto: furiosa, evocativa, epica, sulla scia degli Emperor del grandioso “Anthems To The Welkin At Dusk” (il cd in assoluto preferito dal sottoscritto), nonché dei migliori Lunar Aurora. Proseguendo nell’ascolto, “Spellbound” (cover di Siouxie And The Banshees) mostra il lato più innovativo e sperimentale della band, che riesce, laddove altri hanno miseramente fallito, nell’arduo compito di far convivere in maniera più che dignitosa, generi assai distanti tra loro come darkwave e black metal. Più classici invece i restanti brani posti in chiusura, anche se non meno riusciti e coinvolgenti, sempre riconducibili per alcuni aspetti ai tedeschi Lunar Aurora. Una produzione moderna ma non “finta”, l’egregia prova strumentale dei singoli e l’ottima prestazione del singer/bassista Merkaal, coronano un eccellente lavoro che accontenterà soprattutto chi cerca interessanti alternative ai gruppi fotocopia o a certi aborti inenarrabili del cosiddetto “post black metal”, ma che potrà riservare piacevoli sorprese anche ai puristi più incalliti.

REVIEW OVERVIEW
Voto
75 %
Previous articleStige – The Wasteland
Next articleLotus Circle – Bottomless Vales And Boundless Floods
order-of-the-ebon-hand-xv-the-devilTRACKLIST <br> 1. For Marchosias; 2. To Alloces; 3. Gateway To Silence; 4. The Visitors; 5. Eibon; 6. To Gremory; 7. Spellbound; 8. The Swordwraith (Unbroken Vow II); 9. (You Are) The Gleaming King <br> DURATA: 48 min. <br> ETICHETTA: Season Of Mist <br> ANNO: 2005