Debutto sulla lunga distanza per questa duo transalpino che reca il nome di un’enciclica papale del 1905 contro le leggi promulgate in Francia in quello stesso anno per sancire la definitiva separazione tra stato e chiesa (una cosa che in Italia pare non si sia verificata neppure oggi…). I nostri, forti di un contratto con la connazionale Osmose Productions, che negli ultimi tempi sembra essersi lanciata alla scoperta di band “anomale” e lontane dal proprio trademark, propongono una miscela di black metal e progressive avantgarde decisamente interessante, ma forse ancora non pienamente sviluppata in tutte le sue potenzialità. I Vehementer Nos sviluppano un sound dall’afflato dark, molto soffocante e misterioso, creando tappeti strumentali nebulosi e avvolgenti sui quali il cantato si innesta soltanto sporadicamente. L’utilizzo di strumenti quali il violino, il flauto e il cello aumenta la componente straniante ed insieme alle divagazioni acustiche costituisce un evidente trait d’union tra la musica del gruppo in questione e quella degli ultimi Enslaved. L’elemento black è incarnato in un riffing semplice ma molto suggestivo e decadente, non lontano da quanto proposto dai Deathspell Omega più angoscianti ed introspettivi. In definitiva “Vehementer Nos” è un album di black metal dai risvolti doom, che riesce a risultare nel contempo immediato e raffinato, magniloquente e nerissimo, barocco e lunare. Da provare, anche se siete dei maniaci delle sonorità true dure e pure.
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