Capolavoro! Non mi dilungherò troppo nello scrivere sull’esordio dei Blood Of Kingu, progetto nato per volere di Roman Saenko (Drudkh, Dark Ages, Hate Forest) e uscito nel dicembre del 2007 sotto la solita Supernal Music, ormai un marchio sinonimo di qualità. “De Occulta Philosophia” è un disco magico, intrigante, capace di emozionare e stupire l’ascoltatore senza ricorrere a soluzioni cervellotiche o a chissà quale “colpo di genio”. L’esigua durata di 28 minuti ne è la prova lampante: qui si va dritti al sodo, nessun calo, nessun inutile riempitivo, perfino gli stessi intermezzi “tribali” si ascoltano che è un piacere e ben si amalgamano al contesto occulto dell’opera. Un viaggio esoterico nelle remote civiltà sumere ed egiziane, rappresentato in maniera superba nel booklet, e suddiviso in brani veloci e grezzi, evocativi ed atmosferici, che per quanto riguarda alcune soluzioni chitarristiche (riffing e tonalità), e il drumming ipnotico ed essenziale, possono essere ricondotti alle migliori prove della Foresta Dell’Odio. Ciò che però rende personale e ancor più riuscita la proposta sono le vocals dello stesso Saenko: tonalità cupissime, sciamaniche, così basse da essere a malapena percepibili nel caos sonoro circostante; anche le classiche ritmiche del cantato vengono rimpiazzate da invocazioni demoniache e formule di magia nera recitate con assoluta dedizione, che amplificano il senso rituale dell’album. A conti fatti “De Occulta Philosophia” è una gemma da avere ad ogni costo, un manifesto su cui possiamo fieramente far riferimento qualora qualche saputello dell’ultim’ora se ne venisse fuori con la solita frase: “Il black metal è morto con Euronymous”. Essenziale.
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