Orgogliosamente nascosti nel folto sottobosco underground, questi Ghremdrakk sono una formazione belga nata nel 2002 e con due full length all’attivo. “Sterrenpracht” (“Lo splendore delle stelle”) rappresenta per la band, in questo caso un trio, l’album di debutto e si concretizza in un lungo ed estenuante viaggio negli antri più sinistri della spiritualità umana. Il black metal dei nostri è difatti lunare, occulto, volto a ricreare sensazioni visionarie e ultraterrene. La produzione è pressoché perfetta per un album del genere: sporca, gracchiante, intelligentemente grezza, pur essendo ogni strumento ben distinguibile e senza sbilanciamenti di volume. Il riffing mantiene le caratteristiche peculiari del genere, con una strizzatina d’occhio alle melodie sinistre e mai facili di scuola finlandese (Baptism su tutti), mentre, specie nei momenti più cadenzati, fa riferimento a certi richiami “burzumiani”; il tutto però mai troppo scontato o prevedibile. Anzi l’ispirazione è costantemente alta, tanto che le canzoni, pur essendo tutte molto lunghe, non finiscono mai per risultare eccessivamente tediose. Le musiche sono spesso giocate su accordi semplici ed atmosferici, generalmente in tremolo picking, supportati occasionalmente da stacchi o sovrapposizioni di arpeggi talvolta distorti, talvolta acustici, mentre il basso pulsante ed una batteria leggermente riverberata rendono il sound pieno e “tridimensionale”. A rendere il tutto ancor più maligno intervengono qua e là semplici frammenti di sintetizzatori, per lo più utilizzati come vere e proprie introduzioni ai pezzi o come sfondi rumoristici piuttosto particolari, anche se quasi totalmente inudibili, mentre le vocals si mantengono distanti e filtrate per un risultato finale più che soddisfacente. Un punto a favore va dunque alla varietà delle composizioni che, sebbene collegate dal medesimo filo conduttore e apparentemente simili nel loro andamento scarno e lineare, mantengono caratteristiche ben definite e sempre fresche. L’ascolto prosegue monolitico e compatto, proprio per questo le orecchie meno allenate potrebbero trovare qualche difficoltà nell’assimilare pienamente questo lavoro. D’altra parte però credo che difficilmente si potrà rimanere delusi da un album che, seppur non inventando niente, ha la capacità di esprimere una grande personalità e convinzione attraverso le proprie note. Concludendo non mi resta che consigliare questo “Sterrenpracht” a tutti coloro che nella musica ricercano atmosfere plumbee ed astrali, ma sono convinto che anche i fan del black metal più selvaggio ed efferato potranno apprezzare cotanta malvagità. In ogni caso, fatelo vostro!
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