Gosforth – V.H.E.M.T.

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Ed ecco un’altra splendida realtà dell’underground black metal italico che approda al debutto ufficiale sulla lunga distanza, grazie alla nostrana Black Blood Productions. I Gosforth sono un classico power-trio alla Venom che ci propone un black metal old school di egregia fattura, tirato e violento, ma sapientemente amalgamato e calibrato tra parti più veloci e rabbiose ed altre decisamente più cadenzate e groovy. Il songwriting della band non lascia spazio ad innovazioni od originalità di sorta, ma l’album si lascia ascoltare piacevolmente e sarà sicuramente gradito agli amanti delle sonorità black più marce e sporcate con una sana spruzzata di thrash d’annata di matrice tedesca. Il gruppo sa catturare l’attenzione dell’ascoltatore con brani che, seppur in parte ancora immaturi, presentano alcuni spunti vincenti degni di nota che potrebbero portare i loro frutti nell’immediato futuro. Ottime intuizioni sono, ad esempio, lo stacco di chiara estrazione thrash a metà di “Ancestral Othala”, l’uso straniante delle chitarre acustiche nel finale della conclusiva “Raise the goat to the throne” (come si usava di sovente in molti dischi dei primi anni novanta), il buon effetto atmosferico creato dalla doppia voce, screaming e sussurrata, in “Death is pain… pain is lust” (song che vede come guest star alle backing vocals M. degli Opera IX e The True Endless). In generale il gruppo dimostra una buona sicurezza e padronanza dei propri mezzi, picchia duro per i tre quarti della durata del disco, ma sa anche sospendere l’aggressione sonora creando momenti di attesa, come nella strumentale “Mourning”. In diversi frangenti ho accostato la musica dei Gosforth a quella dei primissimi Marduk (quelli di “Opus nocturne” e “Those of the unlight” per intenderci): la band italiana infatti riesce a tratti a ricreare alla perfezione quell’atmosfera sulfurea e dannata che contraddistingueva il sound del gruppo svedese agli esordi. Una prova di tutto rispetto quindi per l’ennesimo valido gruppo italiano che si spera nel futuro possa offrirci ancora di meglio: che la scena del Bel Paese abbia definitivamente alzato la testa affrancandosi dal pesante fardello dell’eredità dei gruppi nordici? Incrociamo le dita.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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gosforth-v-h-e-m-tTRACKLIST 1. Vhemt; 2. Ancestral Othala; 3. Evocation of Mantus; 4. Call from beyond tomb; 5. Extinction of christian morality; 6. Mourning; 7. Last breath of life; 8. Death is pain... pain is lust; 9. Raise the goat to the throne <br> DURATA: 40 min. <br> ETICHETTA: Black Blood Productions <br> ANNO: 2004