È proprio vero che non tutte le ciambelle escono con il buco. Questo motto, diventato ormai tradizione nella nostra cultura popolare, deve valere, almeno una volta, anche per quei personaggi che, nel bene e nel male, non ne hanno mai sbagliata una. In questo caso si parla di Nordvargr, autentico genio del panorama industrial / ambient europeo, creatore di un numero incredibile di progetti, ognuno dei quali si può dire degno di nota. “Storm Of Northern Evil” è cronologicamente l’ultima trovata del gigante svedese, concretizzata in un black metal decisamente raw e senza compromessi, se non fosse per l’aggiunta di piccole dosi di sperimentazione. L’idea non è assolutamente malvagia (io stesso sono un sostenitore delle contaminazioni musicali e delle sonorità più estreme), e se vogliamo nemmeno il risultato lo è, solo che, vista la mente che si cela dietro a questo progetto, mi aspettavo ben altro! I primi 9 brani sono del tutto inediti e, come già detto, si muovono su territori molto estremi e caotici, non lontani dagli ultimi Black Funeral, dosati però tra parti veloci e ritmi più rallentati. Il sound è molto ostico e disturbante, anche per chi ha orecchie allenate al black metal più low-fi. Le chitarre hanno volumi molto alti, assai stridule e confusionarie, tanto che a malapena lasciano distinguere i vari riff, sfociando spesso e volentieri in un ronzio cacofonico. La drum machine è statica e lineare, il che non guasta, mentre le linee vocali sono quasi costantemente inudibili, talmente manipolate che sembrano essere un tutt’uno con la distorsione delle chitarre stesse, davvero esageratamente alta. Qua e là intervengono inserti di sintetizzatori molto cupi, che fungono anche da intermezzi alle varie canzoni. Le tracce restanti fanno parte del demo precedente “The Twice High Holy Secret Of Constant Generation”, datato sempre 2008, ma, in sostanza, la musica non cambia. In definitiva “Storm Of Northern Evil” è un lavoro che di certo non deluderà i sostenitori delle sonorità più grezze del black metal, ma sinceramente non so se, alla fine del 2008, sia ancora necessario produrre album, comunque ufficiali e che costano anche dei soldini, che tentano di ridare ad un genere musicale, a quanto detto in declino, quel tocco “autentico” e “da cantina”, specie nella produzione, tanto caro ai nostalgici, anche se il problema di fondo non è certo la scelta stilistica intrapresa, bensì la qualità complessiva del lavoro, tutt’altro che brillante. Le composizioni sono elementari ma comunque discrete, il black metal proposto è di quello che più “true” non ce n’é, ma il mio voto non riesce ad essere maggiore di una rosicata sufficienza. Io personalmente, dovendo ascoltare qualcosa di contemporaneo sullo stesso stile opterei per altre band; nel caso in cui, invece, dovessi esser preso dalla malinconia degli anni d’oro, mi ributterei senza indugio sulle Legion Noires….Non me ne voglia Nordvargr!
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