Registrato nel 1999 ma uscito solamente nel gennaio del 2000, “Phoenix Rising” è il secondo full della band australiana Deströyer 666, e senza dubbio rimane il picco più alto della discografia dei nostri. Rispetto ai precedenti lavori (l’EP “Violence Is The Prince Of This World” e “Unchain The Wolves”), le coordinate musicali del gruppo capitanato dal carismatico KK Warslut sono lievemente cambiate, seppur rimanendo ancorate al filone black metal “sporcato” da una spiccata vena thrash anni ’80. Se quindi non si può parlare di un vero e proprio cambiamento nel genere proposto, ciò che fa allontanare questo “Phoenix Rising” dai suoi predecessori è di certo il fattore atmosfera, decisamente più curato ed in risalto, principalmente costruito attorno ad un guitar work maturo e ispiratissimo. Rimane difatti questa la marcia in più dell’album; il riffing si mantiene costantemente pregiato e di ottima fattura, ben dosato tra sezioni molto black metal e sferzate in territori cari ai Dissection più tipicamente death metal, specie nelle melodie che potrebbero rimandare alla scuola svedese. Nessun fraseggio facile facile comunque, il fattore melodico dei Deströyer 666 resta glaciale e battagliero: una fitta rete di trame che, fondendosi con tempi di batteria molto efficaci, diretti ed estremamente dinamici, generano un sound dalle tinte epiche e apocalittiche, fatte di acciaio, fiamme e cenere. Ben dosati i vari brani, tutti molto coinvolgenti e ben strutturati, tra poderosi mid-tempos e momenti più furiosi e caotici, fatta eccezione per “The Last Revelation”, un pezzo se vogliamo inusuale per la band, caratterizzato da un tempo cadenzato e lineare per tutta la sua durata, e da un riffing leggermente più malinconico, enfatizzato da alcuni giri di basso che generano un’atmosfera tragicamente post bellica. Menzione a parte merita “I Am The Wargod (Ode To The Battle Slain)”, che nei suoi 7 minuti abbondanti racchiude tutta l’essenza dell’intero lavoro; sinceramente ho perso il conto del numero di gruppi che attraverso la loro musica, hanno cercato di omaggiare l’antico spirito guerriero dell’uomo, ma nessuno ci è riuscito meglio dei Deströyer 666 con questa canzone. Una favolosa e pacata introduzione fa da preludio ad uno dei brani più coinvolgenti ed evocativi che mi sia mai capitato di ascoltare, complesso ma non cervellotico, anzi, molto fluido e piacevole per l’intera durata, in cui emerge l’assoluta professionalità dei musicisti, con un KK Warslut davvero in stato di grazia, anche per quanto riguarda la prestazione vocale, impostata a metà strada tra lo screaming ed il growl e ben amalgamata al contesto musicale. Resta comunque più che dignitosa la restante fetta di canzoni, tra cui segnalo “The Eternal Glory Of War”, già presente nel debutto “Violence Is The Prince Of The World”, riarrangiata e riregistrata e l’ottima “The Birth Of Tragedy” che ci accompagna alla fine dell’ascolto. Detto questo non mi resta che consigliare senza riserve questo autentico capolavoro del metal estremo, un pezzo di storia che ognuno di noi dovrebbe conservare all’interno della propria collezione. Aware! Beware! War!
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