Quarta fatica sulla lunga distanza per gli austriaci Nerthus, band da sempre dedita ad un black metal di matrice pagan, arricchito da inserti folk medievaleggianti affidati a strumenti “tradizionali” quali violino, flauto e tamburello. Una formula non particolarmente innovativa che i nostri hanno mantenuto pressoché invariata nel corso degli anni, senza impreziosire la propria musica con ulteriori influenze come invece fatto da altri gruppi appartenenti al medesimo filone e per certi versi accostabili alle sonorità di questo quartetto, come i tedeschi Enid. Le parti black sono piuttosto semplici ed alternano passaggi più veloci ad altri maggiormente epici nei quali la componente melodica prende il sopravvento, con risultati però abbastanza altalenanti. Se alcuni pezzi, come “The Shadowbrood” o la conclusiva “Intrepid Empire” risultano piuttosto godibili nel loro incedere ridondante e marziale, altri sono invece decisamente sotto tono. Per niente convincente il cantato in simil-growl, assolutamente poco espressivo. “The Crowned’s Reunion” è un album che raggiunge la sufficienza e nulla più per i troppi cali di tensione e per l’incapacità dimostrata ancora una volta dal gruppo di andare al di là dei soliti luoghi comuni in ambito folk-black. Se vi accontentate…
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