Probabilmente pochi di voi conosceranno gli ucraini Ungoliantha, band che prende il nome da un animale mitologico del “Silmarillion” di Tolkien (l’antico ragno Ungoliant) e che, pur non avendo dato alle stampe nulla al di fuori di un paio di demo, è attiva fin dal 1996. Questo “Through The Chaos, Through Time, Through The Death” è quindi il loro (ritardato) esordio sulla lunga distanza e merita senz’altro l’attenzione degli appassionati di black metal sinfonico. I nostri riescono a restare in bilico tra la scuola esteuropea alla quale appartengono e la più granitica tradizione scandinava: all’ascolto vengono ripetutamente citati vecchi Nokturnal Mortum e Lucifugum (non a caso omaggiati dalla cover “Pressed Down By The Fallen Pivot Of Life”) ma anche primi Dimmu Borgir, Mörk Gryning, Obtained Enslavement e Limbonic Art. I pezzi sono furiosi e taglienti, graziati da un songwriting freddo e ruvido che dà corpo ad un’atmosfera glaciale ed arcana, esaltata ancor di più da una registrazione che mette in primo piano le chitarre. Ottimo il lavoro alle tastiere (mai troppo pompose) di Igor Vershinin, abile tanto negli intermezzi quanto nelle parti più funzionali alla struttura dei brani, e principale fautore di quel flavour mistico-diabolico che trasuda all’ascolto. I picchi compositivi sono la furente “Black Essence Of Christ” e la più ragionata “Trough The Death”, retta da una sinistra melodia davvero efficace e di sapore quasi heavy. Da segnalare anche la conclusiva cover dei Terminal Choice, esperimento EBM che subito acquista la forma di una deflagrante esplosione black metal. Gli Ungoliantha resteranno degli onesti artigiani e non hanno alcuna pretesa di innovare o sperimentare ma sicuramente faranno la felicità dei vecchi fans della scena sinfonica, riportandoli per qualche tempo agli indimenticati fasti della seconda metà degli anni novanta. Consigliati.
