Gli Szron sono un gruppo proveniente dalla Repubblica Ceca, dedito ad un black metal ferale e selvaggio senza compromessi. Il presente lavoro esce per la polacca Under The Sign Of Garazel Production in edizione limitata a 666 copie numerate a mano e ci propone un sound fortemente influenzato dai soliti, onnipresenti numi tutelari Darkthrone, condito in salsa NS, con qualche sprazzo più trasheggiante. L’originalità è l’ultima cosa che si dovrà ricercare in quest’opera che resta tuttavia godibile per gli amanti delle sonorità old style e darkthronish oriented; i riffs sono marci e grezzi al punto giusto, la voce è terribilmente aspra e cacofonica e la produzione, alquanto scarna, supporta a dovere lo sterminio sonoro perpetrato dalla band in questione. Le songs non differiscono molto le une dalle altre ed appaiono anzi assai simili anche nella struttura compositiva, alternando parti maggiormente cadenzate e “ragionate”, nelle quali affiorano con prepotenza le già accennate influenze trash accompagnate da una base ritmica pulsante e decisamente groovy, a vere e proprie sfuriate belluine di incredibile potenza che tramortiscono l’ascoltatore avvolgendolo in un vortice di rabbia e violenza che ricorda a tratti la forza d’urto dei primissimi Emperor o la furia cieca (e scusate il gioco di parole…) dei connazionali Arkona. Le parti più “lente” sono invece accostabili ad alcuni passaggi degli svedesi Craft, fatte naturalmente le debite proporzioni. Il concept dell’album è sicuramente di matrice NS, dai testi al booklet che raffigura immagini assai crude riprese da campi di concentramento, rigorosamente in bianco e nero. Ci sarebbe da chiedersi per quale motivo la grande maggioranza delle bands provenienti dall’Est Europa e dedite al black metal più oltranzista si faccia portabandiera di ideologie di stampo nazista o comunque di estrema destra: alla base vi è, credo, un grave disagio sociale dovuto alle sperequazioni economiche causate dall’importazione coatta di un capitalismo selvaggio e senza regole in stati fino a qualche anno fa governati con pugno di ferro da regimi comunisti legati a doppio filo all’Unione Sovietica, con un conseguente enorme divario, che va sempre più allargandosi, fra classi ricche o comunque benestanti e classi ridotte ad una situazione di povertà ben al di sotto della soglia di sopravvivenza; oltre ad un rifiuto per tutto ciò che possa anche solo vagamente ricordare idee o ideologie “di sinistra”, cagionato da decenni di feroce dittatura che ha sistematicamente frustrato ogni libertà ed aspirazione di questi popoli. Ma al di là di tali considerazioni pseudo-sociologiche, resta la musica, che nel caso degli Szron, pur non essendo trascendentale è senza dubbio assai valida. Un gruppo da supportare e da seguire con interesse.
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