Necrodeath – Dick Laurent – Bighate – Sumera – Escatology – Voron
17/02/2017, Traffic Live Club – Roma.
I Necrodeath sono il Metal estremo italiano; rappresentano, assieme ad una manciata di gruppi dell’epoca, quella realtà musicale in grado di uscire fuori dai confini italici per dettare il passo nell’underground mondiale. Gli ingredienti vincenti all’epoca di “Into The Macabre”, nel lontano 1987, furono molteplici, con uno stile oscillante tra il Thrash teutonico e il Black norvegese, e gli inserti ambientali orrorifici. Il tutto rappresentava un connubio particolare, unico, a volte lento ed evocativo ma sempre pronto a regalare accelerazioni letali, dove il tupa-tupa trasheggiante garantiva un impatto non indifferente, specie in sede live.
La band genovese, attiva dal 1984, fa tappa al Traffic di Roma, il che non è certo un grossa novità. Dalla reunion del 1999 il gruppo di Peso ci ha regalato svariate possibilità di vederli dal vivo, con un’attività costante seppur amatoriale, ovvero non caratterizzata da lunghi tour o da eventi importanti. In Italia, ahimé, è praticamente impossibile vivere di musica, se non scendendo a compromessi stilistici e non solo.
Roma di oggi è schiava delle etichette a pagamento, della case discografiche, delle mafie musicali, la scelta artistica nei vari concerti è più dettata dai soliti intrallazzi economici che da motivazioni meritocratiche, storiche o stilistiche. Nessuno riesce a farsi notare per le proprie qualità quindi si preferisce pagare per suonare nei vari live, anche se a livello attitudinale e musicale non si hanno punti di contatto.
Oltre ai soliti gruppetti locali, prima dei Necrodeath, si esibisce Dick Laurent, suonando 3 canzoni da guitar hero, con basi e lui alla chitarra. Stiamo parlando del chitarrista di Cadaveria, che ci propone un’interpretazione di sicuro valore artistico e tecnico, molto emotiva, anche se, a detta dello stesso Dick, completamente fuori luogo. Insomma, un quarto d’ora di calma prima della tempesta.
I Necrodeath non sono più quelli di una volta, oltre al fondatore Peso, e l’ormai acquisito Flegias, troviamo alla chitarra Pier Gonnella che suonò agli esordi nei Labyrinth (gruppo abbastanza ridicolo, che fa Power-Progressive con tematiche fantasy) e al basso GL, attualmente in formazione coi Cadaveria, appunto. Alle corde abbiamo dunque musicisti leggermente più raffinati e tecnici ma senza quel piglio bestiale che sarebbe stato auspicabile.
Nonostante questo sia una specie di 32ennale, di fatto è un concerto tipo, ovvero i Nostri ripercorrono la loro gloriosa carriera dall’inizio (maggiormente) alla fine, di certo non allo stesso livello compositivo. Flegias è d’impatto dal vivo, anche se la voce inizia a sparire. Il suo maligno scream mi è sempre piaciuto, è semplice, fottutamente Black Metal, ed evocativo. Peso, nonostante l’età e il resto, rimane la vera anima dei Necrodeath. Anche dal vivo il suo modo di sfiorare le pelli è indiavolato, come avesse 4 mani, in un certo senso un modo old-style di suonare la batteria, non necessariamente precisissimo ma in grado di dare energia e emozione.
Saranno dei “vecchietti” ma quando suonano la roba pre-2002 il pubblico è preso, attento, e si lascia poi andare a un pogo violentissimo durante le molteplici accelerazioni che i Nostri ci regalano. In un climax di emozione e violenza che racchiude l’essenza di una band storica, che ancora oggi riesce a farsi valere sul palco. Alla faccia delle nuove leve che, anteponendo la forma alla sostanza, non reggono minimamente il confronto.
Insomma, in sede live i Necrodeath ancora si fanno valere, facendoci rimpiangere i tempi che furono.