“9” – a dispetto del titolo – è la quinta fatica sulla lunga per gli islandesi Fortid, partiti come solo project dell’attuale cantante e tastierista Einar “Eldur” Thorberg e divenuti oggi una band a tutti gli effetti. Da sempre fieri e coerenti portabandiera di un extreme viking metal carico di pathos epico, i nostri in questo loro ultimo lavoro non si discostano molto da quanto fatto in passato, nella poderosa trilogia dedicata al primo poema dell’Edda Poetica (“Völuspá” parti I, II e III) e nel successivo “Pagan Prophecies”. Rimane certamente invariata la cornice culturale e lirica, come sempre incentrata su personaggi, luoghi e leggende della mitologia norrena. Dal punto di vista prettamente musicale la band offre una prova cangiante e tecnicamente ineccepibile, conferendo ai pezzi un piglio vagamente progressivo, con diversi ed insistiti cambi di tono ed atmosfera: si passa dalle sfuriate più black oriented a passaggi in mid tempo melodici e possenti, da momenti più riflessivi a parti più heavy, da cori stentorei e magniloquenti a linee vocali pulite e addirittura delicate. “Viska”, suite di oltre dieci minuti di durata, è la perfetta rappresentazione di quanto appena detto e la compiuta epitome dell’album ed è lì a dimostrare che al gruppo le doti compositive sicuramente non difettano. Quello che difetta – a mio modesto avviso – è la capacità di imprimere ai brani un marchio di fabbrica immediatamente distinguibile. Molte sono le influenze che il gruppo ingloba nel proprio sound e si potranno cogliere rimandi ai vari Borknagar, Enslaved, Einherjer, Windir, Falkenbach, Vintersorg, Ulvhedin, Amon Amarth ed altri che propongono simili sonorità, oltre all’ingombrante presenza dei Bathory, dalla cui lezione nessun gruppo pagan/viking può prescindere. Quello che sembra mancare è quel tocco assolutamente personale che faccia esclamare all’ascoltatore: “questi sono i Fortid!”. Naturalmente è anche e soprattutto, come spesso si dice, una questione di preferenze: i Fortid ci offrono un album formalmente curato (anche la registrazione è potente e levigata) e dalle molteplici sfumature, che tuttavia non fa altro che consolidare il loro status di gregari di lusso. “9” non diventerà una pietra miliare del genere ma resta comunque consigliato agli amanti del viking più elegante, ricercato e a suo modo sperimentale.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.