Formatisi nel 1998 e autori di numerosi demo e split, oltre che di altri due precedenti full length, i Temple Of Baal si riaffacciano sul mercato nel 2009 con questo “Lightslaying Rituals”. Nonostante le loro numerose uscite non mi ero mai avvicinato precedentemente a questo gruppo francese, per cui per me “Lightslaying Rituals” rappresenta la loro prima testimonianza. Non potendolo chiaramente giudicare in base ai lavori passati e quindi non potendo considerare l’evoluzione nel sound della band, vi verrò a parlare semplicemente di come suona questo album. Il genere proposto è un death/black metal che punta decisamente sull’impatto e sulla forza d’urto delle composizioni, per lo più tirate a velocità disumane, ma capaci di risultare efficaci anche nei momenti in cui si sceglie di smorzare i tempi rendendo l’ascolto più vario. Complice anche una produzione molto potente, che mette in evidenza chitarre e batteria, i nostri per l’intera durata picchiano duro a cominciare dalla devastante “Piercing The Veils Of Slumber”, con tanto di parte centrale cadenzata ma non per questo moscia, e soprattutto dalla successiva “Triumph Of Heretic Fire”, vero proprio inno all’odio dal tiro terribilmente coinvolgente e riuscito. Le influenze principali di questo lavoro possono essere ricondotte ai conterranei Antaeus, ai Belphegor e agli Arkhon Infaustus, mentre la presenza qua e là di sporadici assoli e frangenti thrash demarca anche una certa influenza slayeriana nel bagaglio tecnico del gruppo transalpino. Nei 40 minuti a disposizione i nostri dimostrano buone capacità compositive ed esecutive, grazie ad un riffing molto ispirato ed una sezione ritmica indiavolata e molto affiatata, con linee di basso un po’ in sordina ma dal sound catacombale e pulsante, in ogni caso molto ben inserite nel contesto generale. Le linee vocali, a metà strada tra uno screaming ed un profondo growl, nonostante non varino molto nell’intera durata del lavoro, risultano comunque nella norma, non annoiano, e ben si collocano nel contesto apocalittico e distruttivo del concept. Tra i brani più riusciti oltre alla già citata “Triumph Of Heretic Fire”, posso citare la splendida e barbarica “Angstgeist” (magistrale il riff che apre la parte finale della canzone) e la violentissima e furibonda “Vectors To The Void”, dai vaghi richiami thrash in puro stile teutonico, anche se ogni singola traccia risulta ottimamente studiata e suonata. L’unica pecca che posso riscontrare è che alcuni frangenti, in particolare quelli più veloci e caotici, si assomigliano leggermente, ma si tratta comunque di un difetto veniale che non intacca il valore di un album riuscito e convincente in ogni sua parte. Consigliato maggiormente agli estimatori del black più feroce che non ammette prigionieri, questo “Lightslaying Rituals” è una delle migliori opzioni che il mercato ci offre in questi ultimi tempi. Caldamente consigliato.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.