Hellveto – 966

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Ennesimo full length, il decimo per la precisione, per Hellveto, one man band polacca composta dal solo LON e dedita fin dagli esordi ad un pagan black metal dal sapore fortemente orchestrale. Accasatosi da qualche tempo presso la Pulverised Records, il nostro non ha cambiato di una virgola il proprio stile, riuscendo tuttavia, nonostante l’enorme numero di uscite in un arco temporale piuttosto ristretto, a mantenere feconda la propria vena creativa. Le strutture dei pezzi devono molto ai Graveland di metà carriera, quelli di “Following The Voice Of Blood” e “Immortal Pride”, dai quali riprendono l’incedere maestoso ed intriso di pathos epico coniugandolo con un’accentuata vena sinfonica, molto vicina per certi versi ai progetti di Fredrik Söderlund come Parnassus e Octinomos. La magniloquenza dei brani è ulteriormente sottolineata da un uso magistrale delle tastiere che intessono tappeti sonori ora evocativi ora marziali, costituendo il vero punto di forza di questo lavoro. La voce, come di consuetudine, si amalgama alla musica finendo per essere molto spesso travolta dal volume degli strumenti con i quali si confonde: questa caratteristica, divenuta nel corso degli anni una sorta di trademark delle releases targate Hellveto, potrà risultare ostica per qualcuno, ma costituisce a mio avviso una scelta azzeccata e congeniale al genere proposto. Ottimo anche il lavoro svolto dalla chitarra acustica, presente a stemperare le atmosfere guerresche e a scandire i momenti più riflessivi. “966” è un album che piacerà sia agli amanti del black metal più tragico e pomposo, sia ai cultori delle sonorità ambient più soffuse, tragiche e notturne. Finché l’ispirazione di LON si manterrà su questi livelli, il progetto Hellveto non corre il rischio di inflazionarsi.