Skitliv – Skandinavisk Misantropi

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Ci insegna la storia che solitamente i “supergruppi”, ovvero quelli in cui militano “celebrità” più o meno conosciute della scena metal in generale, non sempre appagano le aspettative, giustamente alte, degli ascoltatori, sfornando lavori spesso e volentieri mediocri se non addirittura inutili. Non è il caso degli Skitliv (tradotto: vita di merda), ultima trovata di Sven Erik Kristiansen, in arte Maniac, certamente reso famoso per la lunga militanza nei Mayhem, che, per la registrazione di questo “Skandinavisk Misantropi” si è affiancato a gente del calibro di Kvarforth (alle chitarre insieme allo stesso Maniac), Tore Moren (Arcturus) al basso, e una lunga serie di special guest pronti ad aiutare il collega e amico, come Attila Cshiar (davvero onnipresente), Gaahl, persino un personaggio “estraneo” al panorama black metal come David Tibet (Current 93 ed ex-Death In June) ed altri ancora. Ciò che ne viene fuori è un lavoro onesto, curato e professionalmente impeccabile. L’album si apre con “Luciferon”, un’introduzione dark ambient ipnotica ed alienante su cui vengono sovrapposte frasi incomprensibili pronunciate da Maniac, che va subito a ricreare quella sorta di aura oscura e perversa che sarà presente in maniera più o meno nitida per tutta la durata del disco. Con la successiva “Slow Pain Coming” gli Skitliv iniziano a fare sul serio, tracciando le linee del proprio stile musicale e compositivo: un black doom infarcito di elementi noise ed elettronici, giusto per rendere più indigesto il piatto a coloro che sono meno avvezzi a questo tipo di sonorità. Le chitarre suonano come se fossero una via di mezzo tra il doom tradizionale e vecchio stampo alla Black Sabbath, Pentagram, Candlemass e simili, e il black metal più cadenzato e depressivo, ricordando in particolare gli ultimi Shining e anche qualcosa dei nostrani Forgotten Tomb. I tempi sono lenti, ma non troppo, e lo screaming di Maniac pare notevolmente migliorato rispetto agli anni precedenti. Il nostro é anche autore di liriche decisamente apprezzabili, ben studiate e mai banali, più che altro incentrate sul tema dell’uomo ed il suo rapporto con le varie religioni monoteiste. Più o meno sulla stessa scia si muove “Hollow Devotion”, anche se si tratta di un brano doom a tutti gli effetti, almeno musicalmente, se non fosse per le urla indemoniate del singer, in questa circostanza coadiuvato da Gaahl, e che, nonostante la sua semplicità e la durata che supera abbondantemente gli otto minuti, non annoia. La title track è uno degli episodi migliori dell’album, grazie alle struggenti e malinconiche melodie tessute dalle chitarre che vanno ad accompagnare le liriche di Maniac, dapprima recitate per poi ritornare ad essere declamate con il solito screaming al vetriolo. Ma certamente il picco dell’album sono i dieci minuti abbondanti di “Towards The Shores Of Loss”, in cui fa la sua comparsa David Tibet con la sua timbrica inimitabile e spiritata, sorretta da un arpeggio spettrale e dimesso che continuerà per l’intera durata, anche quando il brano ritorna nelle mani (e nella voce) di Maniac, il cui supporto al riffing ed il tempo di batteria cadenzato e ripetitivo mi ha ricordato non poco quello dei Katatonia di “Discouraged Ones”. “A Valley Below” è forse il pezzo più doom del lotto, lento, pesante ed angosciante, mentre in “Densetsu” rivivono le reminiscenze black metal dei nostri, in un pezzo che, almeno nella sua seconda parte, risulta veloce e dinamico. La chiusura spetta a “ScumDrug”, l’episodio più sperimentale e fuori dagli schemi di “Skandinavisk Misantropi”, in cui compare la voce riconoscibilissima di Attila: un perfetto esempio di doom/noise, un brano eccessivo, estremo ed estenuante che difficilmente si riesce ad ascoltare tutto d’un fiato. Finisce così una delle più belle sorprese del 2009 in campo musicale. Concludendo “Skandinavisk Misantropi” è un bel disco, capace di emozionare e intrattenere per molti ascolti.

REVIEW OVERVIEW
Voto
75 %
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skitliv-skandinavisk-misantropiTRACKLIST <br> 1. Luciferon (intro); 2. Slow Pain Coming; 3. Hollow Devotion; 4. Skandinavisk Misantropi; 5. Towards The Shores Of Loss; 6. A Valley Below; 7. Densetsu; 8. ScumDrug <br> DURATA: 69 min. <br> ETICHETTA: Seasons Of Mist <br> ANNO: 2009