Quarto lavoro sulla lunga distanza per i nostrani Frostmoon Eclipse, che segna un deciso ritorno al classico black metal sound dopo la parentesi rock acustica del precedente “Dead And Forever Gone”. Questo “Another Face Of Hell” può ben definirsi una sorta di summa di quanto fatto sentire finora dalla band ligure, in equilibrio tra la violenza gelida e senza compromessi dell’esordio “Gathering The Dark” e le soluzioni più ricercate ed avvolgenti del successivo “Death Is Coming”. I nostri dimostrano di saper inserire su una struttura fondamentale che resta saldamente ancorata alla scuola del black metal melodico più tradizionale, comunque riletto ed interpretato in chiave personale, diversi elementi ed influenze che spaziano dal rock più cupo e malinconico, a certo death svedese, fino a comprendere suggestioni stoner e pinkfloydiane nemmeno troppo velate. La complessità della proposta non inficia però la compattezza e l’impatto distruttivo dei pezzi: il riffing infatti è oscuro, potente ed aggressivo e resta black fino all’osso. Ottima, come di consueto, la prova dietro le pelli di Gionata Potenti, una macchina da guerra precisa e letale, in grado di dettare con precisione chirurgica il tiro delle songs, cambiando tempi ed atmosfere. Ho molto gradito anche il cantato di Lorenzo Sassi, sofferto ed espressivo, che costituisce il perfetto corollario di un album musicalmente maturo e sopra la media dei prodotti attualmente sul mercato, supportato anche da una produzione che riesce ad essere graffiante ed “heavy” senza risultare assolutamente patinata. Il livello qualitativo dei brani si mantiene elevato per tutta la durata dell’album senza alcun calo di tensione, ma mi sento di attribuire la palma di pezzi migliori del lotto alla decadente “Violating the Obvious” e a “Let Me Die Alone”, nella quale rabbia e mestizia sono coniugate in modo egregio, a rappresentare quasi tangibilmente le due anime del combo italico. In definitiva “Another Face Of Hell” è un disco di grande valore che conferma lo stato di forma di un gruppo che ha sempre preferito la sostanza della musica e delle idee alla vuota forma dell’immagine e delle dichiarazioni roboanti.
