Gli Oraculum sono una one-man band italiana il cui mastermind è Domine Saevum Graven, noto ai più per la sua militanza negli Abhor. Questo progetto propone il classico black metal depressivo che è tanto in voga negli ultimi anni, sulla scia degli ottimi Abyssic Hate, Shining, Forgotten Tomb e altri. Purtroppo, invece che cercare una propria strada all’interno di questo ormai inflazionatissimo filone, il nostro pare appiattirsi sugli stilemi classici del genere, ed ascoltando le tre lunghe tracce di questo album si palesano in maniera troppo evidente le influenze da parte dei grandi nomi citati. Non c’è nulla di male trarre ispirazione da altre band, ma qui si rasenta davvero il plagio: la musica sembra uscita da “Suicidal Emotions” degli Abyssic Hate, con le vocals tra Wrest dei Leviathan e Malefic degli Xasthur. Inoltre, i brani scorrono via piuttosto anonimi, tra riff che paiono tutti uguali. Se si conoscono i gruppi cui ho fatto riferimento non c’è davvero bisogno di una descrizione più dettagliata della proposta di Oraculum. Non si tratta di una release disastrosa: le composizioni sono ascoltabili e ben fatte, ma finito l’ascolto difficilmente viene la voglia di premere ‘play’ un’altra volta. Non un fallimento, ma un disco piuttosto anonimo e manierato in una scena troppo affollata per permettersi di essere mediocri.
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