Piacevole ed inaspettata sorpresa proveniente dalla Germania, questo esordio autointitolato dei Carn Dûm, band di recente formazione, con alle spalle un paio di demo ed uno split in compagnia degli elvetici Black Jade. Carn Dûm è la capitale del regno di Angmar, situato nel Nord Ovest della Terra di Mezzo, popolato da orchi ed alleato di Mordor. Le liriche ed il concept traggono quindi spunto da tematiche legate all’universo tolkeniano, il che accomuna i nostri a moltissimi altri gruppi parimenti ispirati dall’opera dello scrittore britannico. A differenza dei Summoning – probabilmente i più noti e migliori cantori di Tolkien in ambito extreme metal – i nostri hanno un approccio più ruvido e meno magniloquente. Sulla scia di gruppi come i polacchi Lugburz o gli spagnoli Nazgul, i Carn Dûm restano ancorati a stilemi stilistici più canonicamente black metal, pur senza rinunciare ad un piglio drammatico/paganeggiante ed a suo modo oscuramente epico. Il metallo nero si fa quindi ancora una volta veicolo musicale della descrizione di un mondo fantasy contrapposto a quello reale – coadiuvato da alcuni elementi ricorrenti come i passaggi acustici, i cori e qualche sporadica apertura sinfonica, che senza alleggerire eccessivamente la proposta del combo teutonico, contribuiscono in maniera decisiva a renderla dannatamente evocativa e godibile anche per il pubblico meno votato all’estremismo sonoro. Anche l’uso della lingua madre – il tedesco – appare decisivo nel conferire quell’aura tragica e malinconica che rappresenta la cifra essenziale di questo disco. Senza voler strafare od essere originali a tutti i costi, i Carn Dûm confezionano un lavoro potente ed ispirato, notevole soprattutto se si considera che si tratta in sostanza di un’opera prima.
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