I Sigh sono stati tra le band seminali del metal estremo del Sol Levante, per tacere del loro ruolo nella scena black metal mondiale. Il gruppo, tutt’oggi in attività, debuttò con questo “Scorn Defeat” nel 1993 per l’etichetta personale di Euronymous, la DSP. La musica che proponevano al tempo era un geniale punto d’incontro tra thrash ed epic/doom anni ’80, seminale black metal e tentazioni avanguardistiche. Il risultato è un disco difficilmente etichettabile, che rivede il metal estremo della decade precedente sotto un’ottica decisamente nuova, con riff che non avrebbero sfigurato in un disco dei Bathory e con una voglia di sperimentare che ha anticipato di qualche anno quella di tanti artisti europei. I brani sono visionari e talvolta articolati, senza però perdere l’attitudine straight in your face che è necessaria a un disco del genere. Si tratta davvero di un ponte fra vecchio e nuovo, una sorta di forma intermedia della metamorfosi che ha portato dal metal ottantiano agli estremismi black e sperimentali dei Novanta. Notevole anche la scelta dei Sigh di adottare un’immagine e di usare dei testi consoni alla loro peculiare provenienza geografica. Dopo quasi quindici anni, “Scorn Defeat” resta ancora un classico da riscoprire.
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