I tedeschi Krater sono l’ennesima band underground cui la connazionale Christhunt Productions offre l’opportunità di esordire sulla lunga distanza. Non so quanto possa effettivamente pagare la politica di questa label, che da sempre privilegia la quantità rispetto alla qualità; bisogna però ammettere che in questo modo ci viene offerta la possibilità di conoscere, e qualche volta apprezzare, realtà teutoniche che difficilmente potrebbero altrimenti trovare spazio. I Krater sono un terzetto dedito a sonorità old school di scuola germanica, fautore di un black metal asciutto e senza fronzoli, freddo ed essenziale ma anche piuttosto atmosferico e melodico, sulla scia dei conterranei Odal. Il riffing è scarno ma non raggiunge la crudezza del classico sound di matrice norvegese poiché i nostri dimostrano una certa cura per le trame chitarristiche che sono sempre avvolgenti ed evocative. La sezione ritmica è abbastanza in secondo piano, anche se le pulsazioni del basso sono piuttosto udibili, mentre i tempi di batteria sono quasi sempre velocissimi. Assolutamente nella media sia il cantato che la registrazione: demoniaco e tagliente, ma alquanto scontato, il primo; ruvida ed artigianale come da copione la seconda. “Das Relikt Des Triumphes“ è un il “solito” discreto album di black metal oscuro e devoto alla tradizione, non indispensabile ma nemmeno privo di qualche spunto interessante.
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