Con “Einsamkeit” torna dopo tre anni senza inediti uno dei progetti ambient / black metal più noti oggigiorno nell’underground, Paysage d’Hiver. Complice un’immagine studiatissima e misteriosa quanto basta, la one-man band di Wintherr, impegnato anche nei Darkspace, si è ritagliata un posto in primo piano nel genere. In questo nuovo album, uscito su tape con artwork più che professionale, si ha una situazione analoga al vecchio lavoro “Die Festung”, dove erano state accantonate le parti black metal per dedicarsi interamente a una dark ambient minimale e ripetitiva, giocata su suoni ipnotici di synth e immancabili rumori ambientali. Nelle tre lunghe tracce che compongono “Einsamkeit” vi sono poche note, ma tutte recanti un’atmosfera con pochi pari. L’astrazione è la caratteristica dominante di questa musica, che pare essere sospesa in un vuoto gelato, dove una luce interiore, scoperta dopo un lungo viaggio spirituale, fluisce senza sosta. Quando nell’ultima “Kraft” ai suoni eterei di sintetizzatore e al rumore del vento si vanno ad aggiungere le chitarre, pare quasi che questa armonia si spezzi, riportando l’ascoltatore nella notte invernale tipica delle altre uscite targate Paysage d’Hiver. Diciamo la verità e sfatiamo un mito: non tutte le opere di questo progetto sono capolavori, e non è raro che il preteso ipnotismo e la ruvidità della registrazione siano diventati solo pretesti. Ma, analogamente a quanto accadeva in perle quali “Steineche” e “Winterkaelte”, anche in questo nuovo lavoro Paysage d’Hiver si conferma, dopo un silenzio relativamente lungo, ancora ad alti livelli.
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