Diable Amoreux è un folle progetto australiano che solitamente propone un folk d’avanguardia con richiami ambient, industrial e black metal. Dopo alcuni album autoprodotti, tra cui il geniale “Horns Used for Butting” del 2006, Diable Amoreux torna nel 2007, con una nuova opera, “Omog”, uscita in cdr per la conterranea Smell the Stench. Già dall’impostazione grafica, più oscura e meno professionale, si può intuire di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso dai lavori precedenti. Tutto il disco è stato fatto in un unico giorno, per cui l’improvvisazione è una chiave importante per capire “Omog”. La musica proposta spazia infatti tra un indescrivibile, previo l’ascolto diretto, ambient noise, bizzarri esperimenti chitarristici e persino il black metal di “The Black Cat”. Una sorta di versione più varia degli Abruptum di “The Evil Genius”, ma con elementi vicini al folk originale dei vecchi lavori, che permettono senza problemi di comprendere l’evoluzione seguita dal progetto Diable Amoreux. L’atmosfera creata è cupa e claustrofobica, pare di essere entrati in una stanza con gli specchi che distorcono le immagini, e intorno ascoltare voci di entità invisibili. Lo spiazzamento è totale, soprattutto per un ascoltatore solitamente poco abituato alla sperimentazione. Si tratta di un disco bizzarro e a tratti geniale, che però soffre della stessa caratteristica che lo rende speciale: l’improvvisazione si sente tutta, e alla lunga finisce per annoiare o apparire qualcosa di tirato via. Così non è: Diable Amoreux è un progetto serio e interessante. Chi volesse avvicinarsi a questa pazza creatura, si procuri il magnifico “Horns Used for Butting”, chi ne vuole assaporare la vena più buia, non ha che da provare “Omog”.
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