I Cultus sono una one-man band olandese, il cui factotum risponde al nome di Arjan e con questo “A Seat In Valhalla” giungono al secondo album. Ho avuto modo di ascoltare anche il primo “Our Swords We Raise… Our Gods We Praise!”, ma questa seconda opera si discosta nettamente dal debut. Il viking qui proposto è di pregevole fattura e mi ha riportato alla mente acts quali primi Helheim, Kampfar o Perished. Tutti gruppi, quindi, che improntano il loro stile sull’assalto frontale, piuttosto che su rallentamenti o cori epici. Lo stesso fanno i Cultus, a partire dall’opener “Tussen Bomen” (la maggior parte dei testi è in olandese), che mostra in maniera perfetta il nuovo corso intrapreso dalla band. Un parziale rallentamento si può ascoltare in “Eenzame Wandelaar”, ma sempre nell’ambito di un discorso improntato sulla velocità. A mio avviso, il brani migliore è “De Nachtdwaler”, per via di alcuni riffs dalla vena più triste, ma sempre furiosi. Forse leggermente fuori contesto, ma molto bella, “De Dodenstoet”, maggiormente orientata sul versante prettamente black. La produzione non è il massimo e in un contesto viking non mi sembra una scelta del tutto azzeccata. Margini di miglioramento ci sono ancora, ma, tenuto conto che i Cultus stanno seguendo un loro percorso evolutivo, non dubito che con le prossime releases dimostreranno una maggiore maturità. Una band che meriterebbe una chance con una casa discografica di punta.
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