“The Oath Of Black Blood” è universalmente conosciuto come il primo album dei Beherit; in realtà si tratta di una raccolta che comprende due lavori di questo incredibile progetto, ovvero il demo “Demonomancy” del 1990 e l’ep “Dawn Of Satan’s Millennium” del 1991. Quest’opera è senza dubbio una pietra miliare di un certo modo di intendere e suonare il black metal, a partire dalla copertina di Chris Moyen, un artista che non ha certo bisogno di presentazioni, che trasuda malignità e blasfemia orrorifica. La creatura di un giovanissimo Nuclear Holocausto, insieme a pochi altri gruppi quali Blasphemy, Von e Sarcofago, dettava allora le regole di quello che sarà definito “metal of death”, un misto infernale di black-thrash-death che influenzerà centinaia di bands a venire (l’elenco sarebbe davvero lunghissimo), dal punto di vista non solo musicale, ma anche visivo e attitudinale. Le canzoni qui presenti, tra le più coverizzate in assoluto, sono altrettanti manifesti di oscurità selvaggia ed empia: brevi schegge di follia iconoclasta, totalmente annichilenti, costruite su riff pesantissimi e polverosi a metà strada tra il black più morboso e malato, il death più cavernoso e plumbeo e certo thrash primordiale e maligno figlio dei primissimi Slayer. Il cantato è un bestiale e catacombale screaming che sfocia spesso in un growling ruvido e ferale, la voce dei demoni incarnata in un’ugola umana. La registrazione è quella tipica dei demo di quel periodo, artigianale e grezza ma non in modo artefatto. Il tutto all’insegna del satanismo più becero e intransigente. “The Oath Of Black Blood” è una bandiera di spontanea brutalità e primitiva ignoranza che sventola sulle teste dei molti (troppi…) ragazzini idioti che oggigiorno giocano a fare i cattivoni intasando la rete con i loro proclami ridicoli e il mercato underground con i loro inutili dischetti. I Beherit hanno successivamente saputo evolversi nel corso degli anni dando alla luce un autentico capolavoro di puro e glaciale black metal come “Drawning Down The Moon” e lanciandosi in seguito nelle sperimentazioni ambient elettroniche di “H418ov21.C” e “Electric Doom Synthesis”, precorrendo sempre i tempi e restando costantemente alla larga da ogni tipo di trend. Leaders, not followers!
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