Il debut album, pubblicato ormai quasi venticinque anni fa, degli Opera IX resta uno dei migliori esempi di black metal made in Italy. Anche se, secondo me, la definizione black metal è troppo riduttiva per il gruppo, all’epoca costituito da Cadaveria (voce), Ossian (chitarra), Silent Bard (tastiere), Vlad (basso) e Flegias (batteria). Gli Opera IX sono sempre stati un gruppo che se ne fregava di quanto accadeva nel panorama musicale circostante. All’epoca dell’uscita di questo disco il black metal norvegese era in piena espansione e loro pubblicarono senza timori un album che usciva da tutti gli schemi fino ad allora conosciuti. A partire da una voce particolare come quella di Cadaveria, prima donna (a quel che ne so io, almeno) a cantare in screaming. Una voce che diventerà un marchio di fabbrica per il gruppo e che nessuno dei successivi cantanti ha saputo eguagliare. Altra caratteristica della band nostrana è la struttura articolata delle songs, con riffs mai banali né fini a sé stessi. Così i brani sono sempre cangianti, in atmosfere e tempi e, nonostante la lunghezza (tre superano i dieci minuti di durata), mai noiosi. A mio avviso, il vero capolavoro del disco è costituito dalla title track, con una parte centrale epica ed evocativa come poche. L’atmosfera catacombale di “Sepulcro” non è da meno, ma, in definitiva, tutto l’album è pressoché perfetto musicalmente. L’unico difetto è costituito da una produzione alquanto scadente, col risultato di un volume di registrazione troppo basso. Superato questo scoglio, non potrete far altro che farvi avvolgere dalle trame intessute dagli strumenti e dalla voce di Cadaveria, foriera di oscure e macabre visioni. Un disco che, a molti anni di distanza, mantiene intatto tutto il suo fascino, non può che considerarsi un masterpiece…
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