In tutta onestà, non mi aspettavo niente di buono da questo ep. Vuoi perché mi è stato dato al volo all’entrata di un concerto, vuoi per una copertina che non mi ispirava e che mal si adattava al formato cd. Ed invece, al momento dell’ascolto di questa one man band, mi sono dovuto ricredere. Ed è sempre un piacere dovermi ricredere su un gruppo, soprattutto se meridionale. Il genere proposto è un depressive black metal figlio di Shining e Forgotten Tomb, ma che qualcosa deve anche a bands quali Judas Iscariot, Xasthur, Krohm e simili. I tre pezzi presentati si assestano su tempi lenti, come si addice al genere, ma senza per questo rinunciare a qualche sfuriata, come nella parte finale di “Dead Stoicism”. Ma non è questo il territorio più adatto a Murdermass. Le parti lente sono sicuramente quelle meglio riuscite, perché consentono alle canzoni di insinuarsi subdolamente nella mente dell’ascoltatore, per stazionarvi a lungo, a tormentarti con vocals lancinanti, derivate da Burzum e Silencer. Tre canzoni, poco più di quindici minuti di dolore e disperazione fatti musica. Tre canzoni che tutti gli amanti di questo filone dovrebbero conoscere. Tre canzoni che, spero, abbiano un seguito quanto prima.
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