Demo d’esordio per i Tumulus Anmatus, trio nostrano proveniente da Lecco e composto da Gerion alle chitarre, MG 4259 alla batteria e Tumulash al basso e alla voce. Il cd in questione si presenta in una confezione decisamente professionale, con booklet plastificato ben curato, per una ventina di minuti di insano black metal sporcato di thrash d’annata. I pezzi sono tutti piuttosto brevi e diretti, tranne la conclusiva “Cenere”, morbosa e oscura nel suo andamento cadenzato. Fin dall’opener ed autocelebrativa “Tumulus Anmatus”, forse l’episodio migliore del lotto col suo riffing diretto e tagliente come lama di rasoio, si intuiscono le coordinate stilistiche della proposta dei nostri. Un black metal di matrice fondamentalmente tradizionale, legato a doppio filo alla migliore scuola norvegese dei primi anni novanta (Darkthrone e Gorgoroth su tutti), che presenta però alcune interessanti variazioni sul tema. Sono molte infatti le influenze provenienti dalla NWOBHM, specie da gruppi come Venom o Angel Witch, o direttamente dallo speed metal ottantiano più sporco e selvaggio, rilette con buona padronanza e una certa dose di personalità. Le canzoni sono quasi interamente giocate su up tempos violenti e trascinanti, sorrette da una registrazione non impeccabile ma comunque sufficiente nel sottolineare il marciume sonoro prodotto dalla band. Il cantato in italiano, pur non costituendo ormai più una novità, risulta efficacemente espressivo, sia per la metrica spezzata, sia per la buona interpretazione del singer, carica di rabbia e ferocia. Questo demo non mancherà di certo di destare le attenzioni degli ambienti underground di casa nostra e segna un importante punto di partenza per un gruppo che dimostra di avere realmente qualcosa da dire.
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