I Moonspell tornano alle loro radici e tornano alla magia degli esordi, quando seppero sorprendere l’audience black con una proposta fresca ed innovativa, che non aveva eguali nel panorama estremo di quegli anni. “Under Satanae” non costituisce una mera operazione nostalgia, ma completa un percorso di recupero dell’originario sound della band lusitana che, almeno in parte, era già cominciato nel precedente album, “Memorial”, del 2006, nel quale accanto alle ormai consuete e soffuse melodie goticheggianti, marchio di fabbrica del gruppo nell’era post “Irreligious”, trovavano spazio numerose sferzate black oriented, a segnare una certa discontinuità con il passato. Questo disco ripropone tre vecchi lavori del combo capitanato da Fernando Ribeiro, tutti antecedenti quel capolavoro di oscurità mediterranea rispondente al nome di “Wolfheart”, e quindi fondamentali per capire da dove i nostri sono partiti nell’elaborazione della propria creazione musicale. Si parte con il mini “Under The Moonspell”, che segnò l’esordio ufficiale della band nel lontano 1994. Si tratta di sei pezzi di pregevole fattura, colmi di spunti folk suggestivi ed affascinanti, che vanno ad inserirsi alla perfezione sulle trame di un black sinfonico, ora onirico ed avvolgente, ora morboso e carnale. La voce di Fernando Ribeiro è, come di consueto, estremamente lugubre e cupa, ed il suo cantato si sposa alla perfezione con le atmosfere malinconiche e notturne evocate dalla musica. Seguono i tre pezzi tratti dal demo “Anno Satanae”, risalente al 1993, qui riproposti in una veste più elegante e matura, con un uso più insistito delle tastiere, che non va comunque ad inficiare la crudezza e la linearità di un riffing saldamente legato agli inizi del genere, forse ancora acerbo, ma già efficace nella sua immediatezza e con sprazzi di quella genialità che troverà ampio sfogo nei lavori successivi. Chiude questo excursus a ritroso nel tempo “Serpent Angel”, episodio singolo inciso dai nostri nel 1992 sotto il monicker Morbid God. Si tratta di un pezzo di ruvido e ferale black metal, con qualche richiamo alla scena greca ed in particolare a gruppi come Necromantia e primi Rotting Christ; un brano tutto sommato godibile, che riveste però un’importanza soprattutto storica. Questo “Under Satanae” è un bel salto nel passato di una delle band più personali e difficilmente omologabili del panorama estremo, nel bene e nel male, perché i nostri, nel corso della loro lunga carriera, hanno vissuto più di un calo in termini di ispirazione e brillantezza compositiva. Mi auguro che questo ritorno allo spirito primigenio del gruppo non si concluda con questa pubblicazione, ma possa costituire il preludio ad ulteriori uscite sulla stessa lunghezza d’onda.
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