Terzo album per gli italianissimi Frangar. Il terzo album è il test definitivo per una band, e sono diversi i gruppi che sono letteralmente esplosi alla loro terza uscita. Per i Frangar è il terzo cd in otto anni (senza contare un ep) e per la terza volta i nostri cambiano etichetta. È la molto estrema Darker Than Black Records (etichetta specializzata in NSBM e pagan black) questa volta a produrre il loro album. I Frangar debuttarono in modo fantastico nel 2007, con quel piccolo capolavoro chiamato “Totalitarian War”, e si sono in parte confermati col secondo album quattro anni dopo. Musicalmente parlando i Frangar non sono mai stati strettamente black metal; si è sempre sentita nella loro musica una certa propensione per generi più “leggeri” quali l’Oi! o il punk, generi che emergono in modo prepotente in quest’ultimo cd. Il black è presente ma a sprazzi (“Trucidata” e “Artigliere Alpino” riportano alla mente “Totalitarian War”) e per la maggior parte i pezzi sono impostati su mid-tempos in 4/4 che si ripetono per tutta la durata della canzone con la voce del Colonnello a sovrastare il tutto. Il cd non è malvagio anzi, e farà la gioia degli ascoltatori più affezionati e vicini al mondo dei Frangar. Certo, siamo lontani dalle promesse degli esordi ma sinceramente sembra che i Frangar si stiano progressivamente allontanando dal (black) metal in favore di altre sonorità. Vedremo.
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