Intransigenti, incazzati, con l’elmetto in testa, le cartucciere a tracolla, e sempre pronti alla guerra: dalla torrida Australia ecco a voi i Vomitor, band storica della scena underground di quelle parti, attiva da quasi un ventennio e da sempre fedele al verbo del più barbarico, lurido e spaccaossa thrash/death/speed/black metal, feroce, ostinato e senza mezze misure. I nostri non possono certamente definirsi un gruppo molto prolifico, dal momento che in tanti anni di carriera hanno dato alle stampe soltanto quattro lavori sulla lunga distanza, anche ad intervalli di tempo piuttosto lunghi, segno che preferiscono, saggiamente, non affrettare troppo le registrazioni. Pubblicato dalla Hell’s Headbangers Records, etichetta specializzata in questo genere di sonorità, “Pestilent Death” segue infatti a ben sei anni di distanza il suo predecessore “The Escalation” e, senza modificare nemmeno di una virgola le coordinate stilistiche che il terzetto di Brisbane ha fatto proprie fin dagli esordi, ci ricorda che la musica dei Vomitor è fatta di puro acciaio a propulsione nucleare, riff rozzi, assoli ultracaotici, vocals vomitate e taglienti, sangue, pugno di ferro e violenza. I nostri amici provenienti dalla terra dei canguri frullano in un cocktail micidiale il vecchio thrash tedesco della sacra triade Sodom/Kreator/Destruction, i primi Slayer, i Possessed, la truculenta follia dei Sadistik Execution, il ruvido nichilismo dei Bestial Mockery ed in generale quanto di più becero e grezzo il metal abbia prodotto nel corso degli anni ottanta e primi anni novanta; mescolano bene il tutto, ingoiano, sputano e ci pisciano sopra, fregandosene altamente di ogni tecnicismo, di ogni trend e di ogni influenza anche solo parzialmente deviante dal filone prescelto. Ed ecco qui: sette tracce brutali che sono un inno alla coerenza ed altrettante detonazioni nel culo e che faranno la gioia di tutti i die hard fans del sound più marcio, completamente privo di melodia e fronzoli in sede di produzione, colmo invece di pura attitudine. Naturalmente le ragioni che mi rendono simpatici i Vomitor sono le stesse che li potrebbero far odiare o comunque considerare mediocri a molti altri. Ma tant’è: personalmente preferisco una genuina tamarraggine accompagnata da scarsa abilità tecnica piuttosto che l’atteggiamento snob di molti (troppi) maniaci della tecnica e dell’evoluzione a tutti i costi. Il mondo è bello perché è vario, o no?
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