Dopo un silenzio durato diversi anni, tornano alla carica i siciliani Heretical, band attiva dal lontano 1996, della cui line up originale è rimasto soltanto il chitarrista e membro fondatore Azmeroth. Questo “Dæmonarchrist” (sottotitolo “Dæmon Est Deus Inversus”) è la loro terza fatica sulla lunga distanza e propone sonorità variegate, mettendo in mostra una certa propensione ad esplorare territori musicali diversi, accompagnata da un’indiscutibile maturità compositiva ed esecutiva. Se si volessero fare dei paragoni, si potrebbe descrivere ciò che i nostri propongono come una sorta di ideale punto di incontro tra i Dimmu Borgir di “Puritanical Euphoric Misanthropia”, depurati però da ogni ridondanza goticheggiante, e gli Handful Of Hate più incazzati, furiosi e iconoclasti. Ma non sarebbe ancora sufficiente, perchè gli Heretical – con una sensibilità moderna ed in senso lato progressiva – mettono insieme influenze molto disparate, dando vita ad un miscuglio extreme metal in salsa anticristiana, che ingloba con naturalezza reminescenze sinfoniche (“Averno Resvrrectvris”) e bordate thrasheggianti (“Cvm Clave Diaboli”, “Demonmetal”), frenetiche e maligne intrusioni di violino (“Lvzifer Démasqvé”) e la cover spettrale e teatrale di un gruppo electro/dark, tali Limbo (“Devastate E Liberate (Libro Primo)”, con la partecipazione del singer originale, Gianluca Besozzi). Insomma un bel calderone stilistico, che tuttavia risulta tutt’altro che dispersivo, tenuto insieme da una produzione potente e stratificata e dalla voce stridula e ficcante (accostabile a quella di Dani Filth) del cantante Lord Nefarius. Un buon ritorno sulla scene per una band sicuramente valida, che probabilmente, in termini di visibilità, ha finora raccolto meno di quanto meritasse.
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