Gli Aborym, ormai nel gotha del metal d’avanguardia, pubblicano il loro sesto album sotto Agonia Records. Dopo un lavoro come “Psychogrotesque” l’attesa era alta, e sinceramente non avevo idea della strada che i nostri avrebbero intrapreso musicalmente. Il nuovo cd è diverso da tutto quanto prodotto in precedenza ma allo stesso tempo lo ingloba e reinterpreta. Sono presenti gli inserti elettronici alla “With No Human Intervention”, il lavoro delle chitarre rimanda a “Generator” e in parte a “Psychogrotesque”, il tutto rielaborato e fuso insieme per creare un suono che è perfetto. Attenzione, questo cd non è la sintesi dei dischi precedenti, semplicemente parte da ciò che di buono i nostri avevano fatto, come è ovvio che sia, per portarlo ad un livello successivo. Dopo l’ultimo cd, si torna alla forma canzone (per fortuna), e ad un suono meno acido e più corposo che mette in risalto ora l’elettronica, ora le chitarre, il tutto accompagnato dall’incredibile lavoro alla batteria di Bard Faust e dalla voce di Fabban, diversa rispetto al precedente album, voce che troverà la sua dimensione migliore nell’ultimo lavoro delgi Aborym, “Shifting Negative”. Riassumere un lavoro degli Aborym è come sempre difficile e citare un pezzo piuttosto che un altro appare fuorviante ma una canzone emerge sopra le altre per più motivi. Si tratta della sesta “I Don’t Know” che sarà ciò che è stata “The Triumph” per “With No Human Intervention”. La canzone infatti, se da un lato riassume tutto l’album, dall’altro ci mostra ciò che gli Aborym faranno in futuro (“Shifting Negative”) ovvero vocals pulite, assoli memorabili (e memorizzabili finalmente), senza nulla togliere alla componente più metal. Questa risulterà essere una della migliori tracce mai composte dagli Aborym, il che la dice lunga sulla sua bellezza. “Dirty” è un grande disco sotto molteplici aspetti, e nonostante la complessità della proposta riesce a farsi apprezzare sin dai primi ascolti. È forse il migliore cd degli Aborym nel suo insieme ed è capace di riassumere tutti i lavori fatti in precedenza ed al contempo di evolversi ulteriormente. Questo cd segna inoltre lo spartiacque tra il passato più metal e il futuro, decisamente diverso ma sempre qualitativamente eccelso, più leggero e ragioanto, presente su “Shifting Negative”. Immensi.
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