Settimo full length (senza contare gli infiniti split ed ep, due dei quali usciti dopo questo disco) per i finnici Horna, band in attività dal 1995 e che sembra non perdere mai la vena creativa, continuando a sfornare dischi a getto continuo, sempre di altissimo livello. Questo “Sotahuuto” si allontana da quanto fatto nei lavori precedenti, per battere terreni cari ai Bathory degli esordi. Del resto, questo album nasce come un vero e proprio tributo alla band del compianto Quorthon, una delle fonti di ispirazione degli Horna, per loro stessa ammissione. E trattandosi di un tributo ai Bathory, sono volutamente messe da parte tutte le caratteristiche degli ultimi lavori dei finlandesi, prima tra tutte quella sorta di “melodia” che impreziosiva pezzi quali, ad esempio, “Kuolema Lupaus”. Qui tutto rimanda alla metà degli ottanta, a dischi come “Bathory” o “The Return…”; alcuni riff, inoltre, più che richiamare sembrano proprio copiare quelli di Quorthon (è il caso di “Vapise, Vapahtaja”, uno degli episodi migliori del lotto). Lo stesso dicasi per la registrazione e per la resa finale, anche queste profondamente radicate negli ’80. Però essere così ancorati al passato non significa negare quello che si è fatto nel corso degli anni e il trademark degli Horna resta sempre riconoscibile, soprattutto grazie alla voce di Corvus, talvolta coadiuvato da Shatraug (unico elemento rimasto della prima incarnazione della band). Sicuramente, chi si aspettava un disco che proseguisse il discorso intrapreso in “Ääniä Yössä” resterà deluso, così come chi voleva un disco simile a “Envaatnags Eflos Solf Esgantaavne”. Questo lavoro va considerato un episodio a parte nella carriera della band, un omaggio (composto nel 2004, ma pubblicato solo ora) ad una delle figure più importanti della scena black metal e non solo. Un album che va apprezzato soprattutto per il suo voler essere “vecchio”. Chi si accosterà ad esso con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un lavoro atipico della band finlandese, non potrà far altro che godersi questo “Sotahuuto”; un disco che non sarà il migliore dei nostri, ma che non sfigura assolutamente nella produzione di questo fenomenale combo finlandese.
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