Giungono al quarto album i finlandesi Impious Havoc, band lontana dai clamori del pubblico, fautrice di uno stile che mischia, con molto buon gusto, il black metal di matrice norvegese con il riffing tipico degli ultimi Impaled Nazarene, per un risultato finale che si lascia molto apprezzare e che, almeno in parte, si allontana dall’affollatissimo panorama di gruppi simil-DarkThrone, al novero dei quali anche i nostri appartenevano in passato. Non è che gli Impious Havoc abbiano inventato niente di nuovo, ma denotano quantomeno una certa personalità, che ha permesso loro con questa release di uscire dal calderone dei gruppi clone in cui tanti ristagnano. Improntati sul versante satanista, i brani sono giocati su ritmi piuttosto elevati, ma in grado di colpire come magli l’ascoltatore, con riff semplici ed efficaci. E anche quando i tempi si fanno più rallentati (come nella parte iniziale di “Lifeless Eyes”, una delle canzoni migliori del lotto) il gruppo non delude, creando un senso di angosciante attesa che solo la seguente accelerazione può allontanare. Altro pezzo lodevole è “Enter The Pentagram”, dove si fa sentire prepotentemente la presenza dei Mayhem di “De Mysteriis Dom Sathanas” (il riff iniziale mi ha fatto venire in mente “Funeral Fog”), insieme a quella degli Emperor di “In The Nightside Eclipse” (tastiere escluse). Ma il vero capolavoro dell’album è la conclusiva “Unorthodox Incantation”, canzone di quasi venti minuti, in cui tutte le influenze si mescolano tra loro e sulla quale aleggia anche la presenza degli Horna degli inizi. Più che buona la prova di tutti i musicisti, che pur suonando in modo elementare dimostrano, comunque, di non essere degli sprovveduti con gli strumenti. La registrazione è piuttosto pulita ma non piatta e permette di cogliere tutte le sfumature di questo disco, che merita ben più di un ascolto di sfuggita. Decisamente migliorati.
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