Questo cd contiene due lavori dei Moonblood, una delle band più oscure e sotterranee (nel senso letterale del termine) del panorama black tedesco, le cui opere, ormai da tempo tutte o quasi sold out, raggiungono regolarmente (a torto o a ragione) quotazioni stellari sulle aste on line. I nostri sono un duo, ora non più attivo, formato da Gaamalzagoth alla voce e Occulta Mors, vera mente del gruppo e conosciuto per la sua partecipazione in veste di batterista al progetto Nargaroth, a tutti gli strumenti. Peraltro questo disco costituisce un’uscita non ufficiale, disconosciuta dalla band stessa, la quale sottolinea orgogliosamente di non aver mai edito la propria musica in formati diversi da lp e tape, e tanto la casa discografica quanto l’anno di pubblicazione sono assolutamente incerti. A prescindere da ogni considerazione trita e ritrita sul modo di vivere il black metal e di essere o meno underground, l’unica cosa che conta veramente è la musica che, in questo frangente, è di indiscutibile valore. Si parte con “Taste Our German Steel” (pezzi da 1 a 6), full length del 2000, pubblicato dalla End All Life in vinile limitato a 100 copie numerate a mano. Sei pezzi di puro ed incontaminato german hateful black metal, ispirato ai Darkthrone di “Transilvanian Hunger” ed ai Bathory di “Blood, Fire, Death”. Pochi riff, semplici ed avvolgenti, gelidi ma intrisi di un’epicità tragica e profonda; una registrazione gracchiante e maligna; un sound nebuloso e freddo come una tormenta d’inverno. I migliori episodi del lotto sono “Then Came The Silence” e la conclusiva “A Walk In The Woods”, pezzi degni dei classici degli anni novanta, vicini per certi versi ai primi Gorgoroth ma molto influenzati anche dai Graveland di “The Celtic Winter” e “Following The Voice Of Blood”. La seconda parte del cd è tratta da “We Are At War!” (pezzi da 7 a 9), split tape in compagnia dei brasiliani Evil, pubblicata nel 1999 dalla Southern Records. L’opener “Burning In Hell” è una mazzata black/thrash in stile Hellhammer/Venom, abbastanza lontana dai canoni consueti del combo teutonico, ma decisamente coinvolgente grazie ad un songwriting ruvido e tagliente. Dopo questa parentesi, le altre due songs, dal minutaggio assai corposo, ritornano al tipico Moonblood style e riprendono gli stilemi del black metal nordico di prima generazione, catapultando l’ascoltatore in una dimensione irreale, cupa e marziale. Un “bootleg” che ha il merito di rendere disponibile del materiale di grande qualità, altrimenti difficilmente reperibile: musica di grande emotività e sincerità, autentico black metal devoto e credibile.
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