Il suono sporco e grezzo dell’underground messicano si incarna alla perfezione nei Precaria, duo proveniente da Monterrey e composto dal factotum The Hermit (voce, chitarra e basso, nonché responsabile di tutte le composizioni) e dal batterista Opposus Discordia. “Precaria Ex Humanitas” è il loro debutto sulla lunga distanza, in edizione cd limitato a mille copie, ed è un vero concentrato di marciume old school allo stato puro, senza compromessi né concessioni a qualunque forma di “modernità”, concettuale o musicale che sia. Sei pezzi di lunga durata – crudissimi ed inquietanti – definiscono un approccio criptico ed ermetico alla materia black, che recupera il classico suono stridulo e ronzante delle chitarre, al servizio di un’urgenza espressiva particolarmente oscura, dall’afflato occulto e (malignamente) spirituale. La registrazione fangosa, gracchiante ed estremamente low-fi rimanda a gruppi come Nosvrolok e Necrofrost – anche se la vera pietra di paragone resta pur sempre “Under A Funeral Moon” dei Darkthrone – ed esalta l’atmosfera sulfurea, da messa nera, che trasuda letteralmente da ogni nota e da ogni sgraziato rantolo vocale. La semplicità del riffing è relativa – anzi vi sono alcuni passaggi dissonanti e di un certo spessore tecnico – ed è comunque bilanciata da un muro sonoro caotico e perverso che dà corpo ad un vero e proprio vortice sanguinario, un calderone ribollente e mefitico come l’odore dell’inferno (impossibile non pensare in alcuni frangenti ai Katharsis o a certi Deathspell Omega non troppo complessi e spigolosi). Il drumming forsennato e le cupe linee di basso completano il quadro di un’opera davvero potente e feroce, letteralmente devastante ed a suo modo magica. I Precaria, pur lontani dai consueti scenari nordeuropei, si candidano al ruolo di credibili interpreti delle sonorità più true ed ancorate alla tradizione: abbandonate ogni speranza ed affidate le vostre anime al rituale blasfemo.
