Darkthrone – Thulcandra

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“Thulcandra” è una di quelle demo-tape targate DarkThrone che uscirono in epoca immediatamente antecedente all’esordio “Soulside Journey”. Ovviamente gli spunti più interessanti che si possono trarre ascoltando questi tre pezzi risiedono nella riscoperta delle origini dello stile darkthroniano che, nonostante cambierà bruscamente dopo il primo full le coordinate stilistiche, non perderà mai del tutto alcuni spunti presenti anche in questa acerba prova. Prima di tutto faccio notare le decisive influenze riprese dal Death\Thrash di stampo statunitense, Obituary\Slayer su tutti. Anche se per quanto riguarda il primo paragone si può parlare più di parallelismo compositivo (mi riferisco in particolare a “Slowly We Rot”, datato 1989) più che di vera e propria ispirazione. Come influenze di riferimento citerei anche i primissimi Sepultura, i Sarcofago e i più datati thrasher teutonici tipo Kreator, Sodom e Destruction, senza dimenticare i nostrani Necrodeath. Giusto per citare il bagaglio stilistico che potevano avere i Nostri all’epoca, ovvero a fine anni ’80. Nonostante l’evidente presenza di soluzioni stilistiche vicine al Death più classico, possiamo trovare alcuni riffs più sinistri e taglienti, che sicuramente non verrano scartati nelle composizioni immediatamente successive e che si risentiranno anche in “A Blaze in the Northern Sky”. Forse l’aspetto più negativo di questo dischetto sono le vocals, curate allora da Fenriz e davvero poco incisive e personali. Invece risulta interessante la produzione, pessima ma ricca di fascino e davvero poco smussata nelle spigolature del sound grezzo tipico per i demo dell’epoca. Ovviamente l’interpretazione del Death qui mostra la sua accezione più oscura e mortifera, mantenendo un feeling agghiacciante nonostante qualche passaggio intricato e ragionato. L’opener “Eon” finirà in “Soulside Journey”, confermando la vicinanza stilistica tra questo demo ed il full d’esordio. Personalmente ritengo i migliori episodi del demo i due pezzi successivi (in realtà la title track è la seconda parte dell’opener), dove affiora un certo minimalismo compositivo accostabile ad un Black\Thrash durante le parti più lanciate (sentire la seconda metà di Thulcandra o la parte centrale di Archipelago per credere) e una reminescenza alla Celtic Frost in alcuni rallentamenti. Quindi questa uscita, forse anche in maniera più interessante rispetto a “Soulside Journey”, ci fa conoscere lo stile primordiale della band oggi capitanata da Nocturno Culto e Fenriz, in questa uscita affiancati da Zephyrous alla chitarra ritmica e da un certo Dag Nilsen al basso. Uno stile, dicevamo, sì debitore al Death più canonico, ma ancora influenzato anche da svariati marchi di fabbrica del Thrash più sporco e minimale e che, almeno in parte, verrà riproposto anche in “Total Death”. Non mancano alcuni riffs che per la loro malvagità verranno ripresi nei tre capolavori successivi all’esordio, anche se in quantità minima rispetto alla componente stilistica predominante. In fine, ricordo che “Thulcandra” è stato anche inserito in uno split intitolato “The True Legends In Black” assieme a “Deathcrush” dei Mayhem.