Disco d’esordio per Sarratum, one man band turca composta da Sarrum, formatasi nel 2006, dopo che questi (così dice la biografia) si era ripreso da alcuni problemi psicologici. Che ciò sia vero o meno, sicuramente ci troviamo di fronte ad un prodotto ben fatto, con riff ben costruiti, che non sono la mera ripetizione di quanto già fatto da tante altre bands. Per diversi aspetti, il gruppo rimanda ai Deathspell Omega (senza averne, però, la componente mistico-religiosa che ne costituisce il trademark), sia per l’uso della voce, che non è il solito screaming, sia per la resa sonora complessiva. Ma, pur essendo in parte derivativi, i Sarratum riescono a dare un tocco personale alle proprie composizioni, creando un’atmosfera carica di tensione e odio che non viene mai meno, per tutta la durata del disco. Neanche quando, come nella title-track, alcuni riff lasciano il posto ad una parziale melodia. Proprio “Firewell” si candida come migliore canzone di tutto il disco, per via di certe puntate in territori quasi pagan, che, inseriti in un contesto molto diverso, danno un tocco in più a questo brano, lungo ed articolato. Molto bella anche la conclusiva “Mitrhas”, che rimanda ai Falkenbach dei primi due dischi. Ma tutto il lavoro, comunque, si mantiene sempre su livelli alti, non presentando eccessive cadute di tono (solo in “Siyah” alcuni parti non mi hanno convinto), e candida i Sarratum come una delle migliori realtà provenienti dalla loro terra. Ora bisognerà vedere se “Firewell” è stato un frutto del caso o se il gruppo ha effettivamente le carte in regola per imporsi sulla scena underground. Le premesse, comunque, sono più che buone.
