Arrivano dagli USA i Battle Dagorath, band al debutto discografico, ma che mostra già notevoli potenzialità, pur non inventando nulla di particolarmente originale. Quello che i nostri propongono è un black metal a tratti sinfonico, dalle sonorità molto vicine ai transalpini Nehemäh: canzoni lunghe ed articolate, con continui cambi di tempo e di atmosfere, che alternano momenti carichi di odio a passaggi angoscianti e plumbei. L’intro, ad opera di Christoph Ziegler (autore anche dell’outro, di fama Vinterriket, Graven e Nocternity, oltre che disegnatore di molti logos), ci porta direttamente nell’inferno sonoro di “Dead Eyes Of The Moon”, canzone perfetta per aprire l’album, perché riesce a dosare in maniera equilibrata le caratteristiche indicate sopra. Di stampo più classico, ma ugualmente efficace, è invece “The Dark Fire, The Black Gate”, che molto deve ai primi DarkThrone, mentre decisamente riuscita, grazie ad alcune atmosfere a tratti quasi depressive, risulta anche “Under The Warlord Spell”. Non essendo presenti i testi nel booklet, è difficile riuscire a capire le tematiche trattate, ma alla luce di un disco musicalmente così ben concepito, questa mancanza appare tutto sommato trascurabile. Un volume leggermente più alto della voce avrebbe forse garantito una resa migliore, anche se il cantato risulta comunque sufficientemente incisivo. La registrazione, sporca ma non da cantina, rende perfettamente distinguibili tutti i vari riff e le trame costruite dalla band. In definitiva, un discreto album di debutto per un gruppo che, in futuro, trovando un pizzico di personalità in più, potrebbe riservarci diverse, piacevoli sorprese.
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