Presentato dalla Bloodred Horizon Records come uno dei ritorni più attesi sulle scene, “Proclama” costituisce il come back per i torinesi Adversam, a distanza di ben nove anni dal debut “Animadverte”, risalente appunto al 1999. Per quanto mi riguarda, però, si tratta di un ritorno non solo superfluo, ma addirittura imbarazzante. Il disco in questione infatti, pur presentandosi con un’ottima registrazione e mostrando una buona prova dei vari musicisti, è totalmente insipido e privo di mordente. Figlio dell’ultima ondata di symphonic black metal finlandese (capitanata dagli Alghazanth e dagli ormai defunti Funeris Nocturnum), inframmezzato da qualche passaggio ai limiti del death, il disco si snoda in trentacinque minuti di totale scontatezza e anonimato, come accadeva, del resto, anche per l’album precedente. Qua e là compare pure qualche spunto interessante, ma si perde nel mare di mediocrità che caratterizza questo lavoro. Dispiace parlare in questi termini di un gruppo italiano, ma se i numeri non ci sono, non me li posso certo inventare… A mio avviso, un fallimento completo su tutta la linea.
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