Tornano, a distanza di due anni dal debut omonimo, i tedeschi Funeral Procession, con un mini cd costituito da un solo, lunghissimo brano della durata di quasi venti minuti. La scelta poteva essere rischiosa, perché un brano di questo minutaggio, in un genere come il black, può facilmente mancare il bersaglio. Fortunatamente non è questo il caso, perché la band non solo conferma le potenzialità già espresse nel debut, ma addirittura riesce a migliorare quanto di buono aveva fatto in passato. Già l’attacco del brano, violentissimo, lascia annichilito l’ascoltatore, per la carica di rabbia, odio e disprezzo verso tutto e tutti che riesce a trasmettere. A momenti veloci e feroci, con vocals che alternano screaming e una sorta di urlato declamato, fanno da contraltare sezioni più rallentate, in cui compaiono anche cori gregoriani sulla scia dei Deathspell Omega, che calano l’ascoltatore in un’atmosfera plumbea e angosciante. Se dei paragoni bisogna necessariamente farli, va indicata la vecchia scena norvegese insieme a qualche influenza proveniente dal religious del gruppo francese citato. Ma mai come in questo caso ogni paragone correrebbe il rischio di togliere valore ad un disco meraviglioso, che non definisco capolavoro solo perché costituito da un unico brano. La Ván, mettendo sotto contratto questa band assai longeva (esistono dal 1995), ha senza dubbio fatto uno dei migliori affari della sua esistenza come etichetta. E ora non resta che aspettare il vero album.
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